Assolti i No Tav, Fsp: “Eppure le violenze ci furono. Serve più concretezza, e l’introduzione del reato di terrorismo di piazza va in questo senso”
Per la seconda volta in pochi giorni, l’Fsp Polizia, Federazione Sindacale di Polizia, torna a chiedere l’introduzione del reato di “terrorismo di piazza”, proposta accolta e rilanciata ieri dall’onorevole Giorgia Meloni, e lo fa nel giorno dell’assoluzione di venti attivisti No Tav processati per aver preso parte alla manifestazione dell’agosto 2013 che sfociò nel blocco dell’autostrada Torino-Bardonecchia e nell’incendio di copertoni, in un clima di alta tensione che dovettero fronteggiare le Forze dell’ordine (il pm in totale aveva chiesto 67 anni di reclusione).
“Nessuno risponderà di quanto accadde quell’agosto di cinque anni fa – afferma Valter Mazzetti, Segretario Generale Fsp Polizia -, eppure non si può dire che non accadde nulla, che non furono tenuti comportamenti contrari all’ordinamento, che non ci furono rischi per l’ordine pubblico, che le Forze dell’ordine non si trovarono a fronteggiare il solito clima di alta tensione, ad appena due settimane dall’attacco al cantiere di Chiomonte in cui un’azione di vera guerriglia costò il grave ferimento di 15 agenti.
Rileviamo con sgomento come passi ancora una volta il messaggio che certe situazioni siano ammissibili. Torna la sottovalutazione del fatto che, di fronte al rispetto dovuto allo Stato, alle sue decisioni e alle sue leggi, e achi ne garantisce il rispetto assieme alla sicurezza dei cittadini, nulla può considerarsi di poco conto. Ogni offesa, oltraggio, aggressione è grave e non dovrebbe restare senza conseguenze. Serve maggiore concretezza per tutelare la funzione svolta da chi porta la divisa.
Che si parli dei cantieri di grandi opere, degli stadi, delle piazze o di qualsiasi altra circostanza in cui è in ballo l’ordine pubblico, l’attacco agli operatori di Polizia è talmente sistematico da essere visto come una prassi. Si è radicata l’idea che opporre ogni genere di resistenza, offendere e persino aggredire fisicamente gli operatori della sicurezza siano fatti normali, e che chi veste una divisa debba sopportare ogni tipo di violenza pur svolgendo solo il proprio dovere.
Una situazione aggravata da costanti tentativi di criminalizzare l’operato delle Forze dell’ordine, dal contemporaneo depotenziamento di norme tese a sanzionare e censurare molte ipotesi di torti arrecati agli operatori, e dalla carenza di tutele e garanzie su cui essi possono contare.
Ecco perché come Fsp Polizia siamo convinti che occorra anzitutto recuperare un reale e profondo senso del rispetto delle Istituzioni e delle leggi e di chi le rappresenta, e che sia indispensabile predisporre strumenti normativi che consentano di arginare i diffusi comportamenti dei violenti e di chi viola le leggi, tutelando l’incolumità fisica e la dignità professionale delle donne e degli uomini in divisa.
In tal senso, introdurre nell’ordinamento il delitto di terrorismo di piazza – conclude Mazzetti –consentirebbe di perseguire più severamente, anche attraverso la previsione di eventuali arresti differiti, chiunque arrechi agli operatori in servizio di ordine pubblico sofferenze fisiche o psichiche, calpestando l’onore della funzione e, al tempo stesso, mettendo in pericolo la sicurezza”.