La storia del calcio italiano è anche la storia del calcio regionale, dato che la tradizione del pallone tricolore è piena di leggende che provengono da diverse aree del Belpaese.
Dal canto suo, la Sardegna ha fatto da culla a una serie di giocatori di spessore che si sono imposti in tutto lo Stivale, oltre a vedere come la prima squadra “del Sud”, se così si può chiamare il Cagliari, vinceva lo Scudetto nel lontano 1970. Tuttavia, al giorno d’oggi appena pensiamo alla Sardegna il primo nome che viene in mente è quello di Gianfranco Zola, ex fantasista di Napoli, Parma, Chelsea e Cagliari che ancora oggi fa parlare di sé.Nato nel 1966 a Oliena, in provincia di Nuoro, il piccolo fantasista isolano ebbe il lusso e il piacere di essere allievo di un certo Diego Armando Maradona, che tra fine anni ’80 e inizio anni ’90 lo prese sotto la sua ala protettrice per aiutarlo a migliorare. Memorabili furono, infatti, i suoi calci di punizione calciati proprio alla maniera dell’argentino, del quale prese poi il testimone dopo il suo addio all’Italia.
Vestire la maglia numero 10 del Napoli per un ragazzino come lui fu sicuramente una responsabilità importante, ma Zola seppe ripagare con grandi giocate la fiducia di mister, compagni e tifosi. In seguito sarebbe passato al Parma e poi al Chelsea, squadra nella quale fu uno dei simboli prima dell’arrivo di Roman Abramovich, attuale patron in possesso di un potere d’acquisto molto importante.
Eppure, nonostante l’ex Napoli avesse lasciato Londra da calciatore nel lontano 2003, per tornare proprio al Cagliari, quest’estate è tornato nuovamente a Stamford Bridge per espressa richiesta del nuovo tecnico Maurizio Sarri, che con lui condivide anche un passato proprio in azzurro. Adesso che le sempre più frequenti scommesse sportive vedono il suo Chelsea come una delle squadre favorite alla vittoria della Premier League, Zola sta continuando ad imparare e al contempo ad insegnare.
Questo perché, essendo il secondo di Sarri si sta impadronendo di nuovi dogmi tattici, ma al contempo partecipa attivamente agli allenamenti della squadra londinese e si diletta a far vedere ai più giovani come calciare le punizioni, e non solo. Il ruolo di Zola nella truppa di Sarri è sicuramente quello di link tra l’organico, che lo rispetta per il suo status di mito del club, e lo staff tecnico, con il quale scambia spesso pareri importanti.
Di lui a Stamford Bridge ricordano il geniale goal di tacco su un corner, come una serie di tante altre giocate ad effetto e una magia mai più ripetuta. I tifosi del Chelsea, infatti, continuano a chiamarlo “Magic Box”, il soprannome che gli affibbiarono in passato. Partito da un paesino della Sardegna, Zola ha conquistato l’Europa con il suo calcio frizzante e virtuoso, con l’unica spina nel fianco quella della nazionale, dove era chiuso prima da Baggio e poi da Del Piero. Nonostante tutto, il folletto sardo ha saputo conquistare una parte di Londra, da dove adesso riparte per un’altra avventura.