“Spettacolo Aperto”, il festival di musica organizzato dall’Associazione Studium Canticum, si avvia a conclusione dopo quasi un mese di appuntamenti dedicati alla musica per coro e non soltanto: canzoni pop, classica antica, incontri con i direttori e sperimentazioni musicali sempre nel segno dell’ascolto, tema portante di questa edizione. Concerti, operette teatrali, il flash mob di massa, la musica spiegata agli appassionati e un instancabile lavoro di promozione e avvicinamento alla musica, che è “per tutti” e di tutti.
Domani, Domenica 2 Dicembre, nella Chiesa di S.Eulalia (Vico del Collegio 2, Cagliari), alle ore 20 con ingresso libero, un appuntamento ricorrente di Spettacolo Aperto, quello con il canto popolare: un canto potente, a tutte le latitudini, perché traduce in note e colori i nostri ricordi, i nostri dolori, le nostre speranze.
Come nei precedenti ‘match’ sonori tra la Sardegna, il Friuli e l’Abruzzo, Storie da cantare vuole far ascoltare questo: la passione condivisa, la profonda solidarietà dei sentimenti universali dell’uomo pur nella diversità di ogni veste regionale e nazionale.
Il coro Bachis Sulis di Aritzo e Studium Canticum, di ispirazione ‘popolare’ l’uno, ‘colta’ l’altro, fondono voci e intenti: abbattere finte barriere culturali. Perchè siamo fatti della stessa materia di cui sono fatte le storie, e questo fa la musica popolare: racconta storie, in questa occasione attraverso un repertorio conosciuto e amatissimo, che va da “No potho reposare” a “Deus ti salvet Maria”, ma anche i canti tradizionali siciliani o bulgari.
Corpi che suonano edizione 2018 riunisce musicisti di diversa formazione intorno al ritmo, che sta alla base di ogni gesto e movimento, e che scaturisce non solo dalla voce ma anche da tutte le altre “parti sonanti” del corpo umano: i piedi, le mani, lo schiocco delle dita sono solo alcuni esempi. Uno spettacolo speciale che unisce tradizione e modernità, voci e corpo per sperimentarne la forza, presenza, assenza, importanza per la vita stessa.
L’orchestra ritmica Studium Canticum (qui al suo debutto dopo un lavoro di ricerca e studio durato un anno) insieme con il formatore e trainer Stefano Baroni, il coro e l’orchestra Studium Canticum, il quartetto Interzone, gli studenti delle Classi di Percussione, proporranno un programma con quadri sonori dalle diverse tonalità timbriche e in diverse possibilità combinatorie: la performance di “body percussion” vera e propria, l’esibizione del Quartetto d’archi, un momento importante di coinvolgimento del pubblico in salae il finale polifonico con il Coro, l’Orchestra d’archi e le percussioni per la Missa Sancti Francisci Assisiensis di Damijan Mocnik, nel segno di una armoniosa fusione tra le diverse sfumature del ritmo.