Teatro e scienza al TsE di Is Mirrionis a Cagliari con “Io e Ganimede / Viaggio immaginifico nell’Universo” – coproduzione del Teatro Impossibile con l’INAF/ Istituto Nazionale di Astrofisica – in cartellone sabato 15 dicembre alle 21 per la Stagione di Teatro Senza Quartiere 2018-19
I segreti del cosmo e le leggi della fisica si rivelano in una notte di “stelle cadenti”, fra ironia e (fanta)scienza, con “Io e Ganimede – Viaggio immaginifico nell’Universo” in cartellone sabato 15 dicembre alle 21 al TsE di via Quintino Sella nel cuore di Is Mirrionis a Cagliari per la Stagione di “Teatro Senza Quartiere” 2018-2019 organizzata dal Teatro del Segno nell’ambito del progetto pluriennale “Teatro Senza Quartiere / per un quartiere senza teatro” 2017-2022.La vis comica e il talento istrionico di Elio Turno Arthemalle e la verve della compositrice, cantante e performer Rossella Faa s’intrecciano alle conoscenze e alla capacità d’affabulatore dell’astrofisico Ignazio E.P. Porceddu, sulle note della chitarra di Giacomo Deiana, per dar forma ad una pièce originale e coinvolgente – coproduzione del Teatro Impossibile con l’INAF/ Istituto Nazionale di Astrofisica – per un’esplorazione virtuale dello spazio e una riflessione sull’influsso degli astri e delle regole dell’attrazione, ovvero della forza gravitazionale e della spinta centrifuga, sull’esistenza umana e più in generale sulla vita sulla Terra.
Focus sui saperi logico-matematici e sul pensiero scientifico – tra le ipotesi più avvincenti e le scoperte recenti, ma anche le intuizioni degli antichi, frutto dell’osservazione e del calcolo – ma soprattutto sulle applicazioni pratiche e gli effetti immediati riscontrabili nell’esperienza quotidiana: in scena quattro stravaganti personaggi, che corrispondono a «una selezione di interessanti profili psicologici», tra spiriti pragmatici e sognatori, esseri bizzarri e curiosi. Una notte dedicata all’osservazione della volta celeste si trasforma – a causa di un improvviso black-out – in un’avventura ai confini della realtà: i protagonisti si confrontano con i misteri e la complessità dell’universo, sperimentando direttamente le conseguenze di onde e particelle invisibili, ma anche “giocando” con le più diffuse cognizioni e le errate convinzioni, in una dimensione fantastica e surreale.
Se la semplice mancanza della corrente elettrica – e dunque del comforts promessi e ovviamente degli intrattenimenti musicali – è bastata a mettere in fuga, o meglio a dissuadere la maggioranza dei partecipanti all’escursione en plein air per ammirare la pioggia delle Perseidi (e all’occorrenza esprimere un desiderio), inducendoli a ritornare indietro, i quattro temerari preferiscono invece restare e affrontare l’ignoto. Il party notturno è stato annullato ma i protagonisti riusciranno comunque a dare un significato a quell’esperienza, provando a indagare a modo loro le leggi della natura e le interferenze tra la terra e il cielo e perfino restituire un valore “pratico” allo studio delle stelle e dei pianeti, già prezioso strumento di orientamento per i popoli nomadi nel deserto come per i marinai – oltre che portatori di fausti e infausti presagi dell’avvenire – nell’antichità.
“Io e Ganimede” – con un titolo che rimanda forse al principe troiano divenuto coppiere degli dèi secondo il mito, ma più verosimilmente al maggior satellite di Giove, o magari all’omonimo asteroide – è quindi un sogno da vivere ad occhi aperti, una strana avventura da affrontare in compagnia dei protagonisti, sul filo della suspense e con il piacere della meraviglia. I quattro novelli “pionieri” dello spazio si interrogano sul volto nascosto della realtà, sulle verità oltre la superficie, sugli equilibri tra forze che regolano il mondo – conosciuti dagli scienziati, ma spesso ignorati dal grande pubblico – in un inedito divertissement fra teatro e musica, astrofisica e poesia.