Presentato presso il Comando Militare Esercito “La vita oltre”, storia della disavventura di Roberto Zanda, sfociata nella mutilazione, e della rinascita.
«Una storia vera di coraggio e rinascita». Così viene descritto il trascorso di Roberto Zanda, ultramaratoneta sardo sessantenne, che ha perso gli arti in una delle sue tante sfide, quella della Yukon Arctic Ultra.Tramite Salvatore Vitellino, coautore del testo, il “Massiccione”, come viene etichettato per la sua tempra, descrive la serie di sfortunati eventi accaduti nella fatidica quinta notte passata nei territori gelati del Canada. Una distrazione, una banale caduta; una disattenzione a -50 gradi, nel bel mezzo di una battaglia contro quello che l’ex militare chiama “il Dio Freddo”. Ma ancor più importante è la narrazione di come è riuscito a rialzarsi, nonostante la tragedia, nonostante la perdita di piedi e di quasi entrabe le mani.
Per l’occasione, ad accompagnare l’atleta, hanno presenziato il Generale Giovanni Domenico Pintus, il già citato coautore Vitellino, il responsabile marketing Officina Ortopedica Maria Adelaide Roberto Ariagno e la project manager e motivational coach Angela Tomaino.
Proprio dalla collaborazione con quest’ultima che nasce l’omonimo progetto “La vita oltre”: un tour regionale in cui l’ultramaratoneta addestratosi nella “Folgore” condividerà la sua esperienza in corsi motivazionali. Un esempio, di coraggio e tenacia.
Riccardo Mascia