Acea chiede due milioni di euro per completare l’acquedotto. Si prospetta, nonostante tutto, un rincaro del servizio.
Le tariffe del servizio idriche sono state soggette ad un nuovo rincaro per gli anni 2018 e 2019, un aumento complessivo quasi del 12%, ma a dispetto di questo ulteriore salasso a cui vengono sottoposti i cittadini di Subiaco e della Valle dell’Aniene, di investimenti da parte di Acea sulle reti idriche, neanche l’ombra. Anzi, per completare l’acquedotto per monte Livata batte ulteriormente cassa, chiedendo due milioni di euro di soldi pubblici.Un borsellino a senso unico quello di Acea, sempre spalancato quando si tratta di incassare, ma serratissimo quando si paventa la possibilità di dover esborsare qualcosa. Il tutto grazie all’accondiscendenza degli amministratori, di sindaci che invece di battere i pugni sul tavolo si girano dall’altra parte, noncuranti del danno che viene fatto ai cittadini, che vedono sempre più aumentare i costi di un servizio sempre più scadente.
La prova risulta essere uno dei motivi addotti da Acea per giustificare gli aumenti: “2.176.437 euro relativi al 2017 per il trasporto dei reflui su gomma resosi necessario per il sequestro di alcuni depuratori”. Quindi sono stati spesi oltre due milioni di euro per gli autospurgo perché alcuni depuratori sono finiti sotto sequestro, e questi soldi vengono poi sfilati dalle tasche dei cittadini. Ma noi ci domandiamo perché per un’inefficienza del gestore, debbono pagare ancora una volta gli utenti, se questi avranno il rimborso della quota relativa alla depurazione, in quei centri dove i depuratori sono stati sequestrati.
Viene da chiedersi se i Comuni dove i depuratori di coloro che hanno smaltito i reflui dei depuratori siano stati informati e rimborsati per il servizio extra fornito al gestore. Ma questi quesiti dovrebbero porseli i sindaci e gli amministratori dei Comuni aderenti all’Ato2, come le forze di opposizione, che appaiono invece completamente assenti.