Ganau: “Una proposta di legge per migliorare la rappresentanza nel Parlamento europeo dei cittadini delle Regioni a Statuto speciale”
Il presidente del Consiglio regionale della Sardegna, Gianfranco Ganau ha presieduto questa mattina a Roma il tavolo dei lavori del coordinamento dei presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni a statuto speciale e delle province autonome, al quale erano presenti i presidenti dei consigli regionali del Friuli Venezia Giulia, Piero Mauro Zanin, del Trentino Alto Adige, Roberto Paccher e della Sicilia, Gianfranco Micciche’.
All’ordine del giorno l’esame della Memoria sul tema “Una garanzia di rappresentanza nel Parlamento europeo per i cittadini dei territori ad autonomia speciale”, frutto del lavoro di analisi elaborato dal Gruppo di ricerca A.S.A. (Autonomie speciali Alpine) nell’ambito dello studio per la revisione della legislazione vigente per l’elezione del Parlamento europeo.
Il lavoro di ricerca, coordinato dal professor Roberto Toniatti, ordinario di Diritto pubblico comparato all’Università di Trento, al quale ha partecipato anche il professor Gianmario Demuro, ordinario di Diritto costituzionale all’Università di Cagliari è stato realizzato nell’ambito del progetto L.I.A. (Laboratorio di Innovazione Istituzionale per l’Autonomia integrale dell’Università di Trento) con l’obbiettivo di affrontare la questione della sottorapresentazione delle comunità e dei territori delle Regioni ad autonomia differenziata nell’assemblea parlamentare dell’Unione europea.
«Il coordinamento delle Speciali – ha spiegato il presidente Ganau – ha preso in esame le due proposte di riforma della legge per l’elezione dei membri del Parlamento europeo spettanti all’Italia, illustrate nella Memoria, stabilendo di dare mandato al gruppo di lavoro per lavorare ad una proposta di legge specifica che i consigli regionali delle regioni speciali interessati proporranno come legge nazionale. Un’occasione unica da cogliere al volo – ha saggiunto – anche alla luce dei nuovi seggi assegnati all’Italia per effetto della Brexit: dei 73 del Regno Unito, 27 infatti, sono stati redistribuiti ad altri Paesi e 46 “accantonati” in vista di future adesioni».
Le prossime elezioni europee si terranno il 23 e il 26 maggio 2019, sulla base della proposta del Parlamento europeo e gli eurodeputati assegnati all’Italia passeranno da 73 a 76.
«L’incremento previsto – ha concluso Ganau – consentirà di riparare ad una grave distorsione del meccanismo di rappresentanza delle Autonomie speciali e la proposta avanzata va proprio nella direzione di eliminare l’attuale condizione di disparità e sotto – rappresentanza dei cittadini che risiedono in Regioni a Statuto speciale, garantendo loro di poter dare un più concreto apporto al processo di integrazione europea».
La proposta di riforma della legge 24 gennaio 1979, n.18 per l’elezione dei membri del Parlamento europeo spettanti all’Italia:
Mantenimento di cinque macro – circoscrizioni e istituzione di sei circoscrizioni a collegio unico.
Le attuali cinque macro-regionali
I) Italia nord-occidentale (Piemonte – Liguria – Lombardia);
II) Italia nord-orientale (Veneto – Emilia-Romagna);
III) Italia centrale (Toscana – Umbria – Marche – Lazio);
IV) Italia meridionale (Abruzzo – Molise – Campania – Puglia – Basilicata – Calabria);
V) Sicilia
per un totale di 70 eletti su 43.250.000 elettori, in media un eletto per ogni 617.000
elettori
Le sei nuove circoscrizioni a collegio unico
I) Friuli Venezia Giulia (950.000 elettori);
II) Provincia autonoma di Trento (420.000 elettori);
III) Provincia autonoma di Bolzano/Südtirol (400.000 elettori);
IV) Sardegna 1 (province di ….)
V) Sardegna 2 – (province di ….) (in totale: 1.480.000 elettori);
VI) Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste – (100.000 elettori)
per un totale di 6 eletti su 3.350.000 elettori, ossia in media un eletto ogni 558.000 elettori, con uno scarto minimo rispetto al rapporto evidenziato sulla scala delle macro- circoscrizioni complessivamente considerate.