Dopo la pausa pranzo presso i numerosi punti di ristoro dislocati lungo il percorso, ha preso il via il Convegno “Ischintiddas – Simboli, arti e riti della Sardegna” e rassegna “Premio is Fraccheras 2018”.
Successivamente sono stati accesi i falò per scaldare l’ambiente delle “Notti ‘e Prendas”, vivacizzate da musica e balli in piazza IV novembre, con la collaborazione di Ottavio Nieddu e il gruppo Sonadas.
La manifestazione è proseguita la domenica, di primo mattino, e grazie alla bellissima giornata soleggiata, e ad una temperatura mite, moltissime persone si son recate a Gadoni, affollando la via principale, colmo di prodotti tradizionali e pietanze locali, e il bellissimo centro storico, dove erano situate le varie mostre nelle storiche case antiche. Nelle vie del centro storico, inoltre, si potevano ammirare le fotografie di grande formato delle passate edizioni della manifestazione.
L’animazione musicale itinerante per tutta la giornata è stata affidata agli organettisti Lamberto Lai e Alex Agus, le Launeddas a Stefano Balia e Tonio Stara, che per l’occasione si sono esibiti assieme ai Tamburini del gruppo di Gavoi.
Grande successo anche per la partecipazione delle Associazioni locali con la maschera tipica locale “Maimoni e Grastula”, del Coro polifonico “Boghes de Gaudiu onu”, del Gruppo folk “S. Barbara di Gadoni” e della Compagnia Teatrale “Talenti Irriverenti”, che si sono riversate nella via principale, attorniate dal numeroso pubblico.
Applausi e apprezzamenti, infine, per gli ospiti delle varie associazioni tra cui le maschere “Su Maimulu” di Gairo, le maschere “Sos Traigolzos” di Sindia”, il coro Polifonico “Ensemble di Olbia” e il coro Polifonico femminile “S’orrosa ‘e Padenti di Seulo”.
Alle 15.30, in Piazza IV novembre, è iniziata la preparazione de “Sa Fracchera e is concas de mortu “, seguita dalla premiazione da parte del Sindaco di Gadoni Francesco Mario Peddio, del premio “Is Fraccheras 2018”, al regista Salvatore Mereu, autore di vari film ambientati in Sardegna, tra i quali “Ballo a Tre Passi”, “Sonetaula”, “Bellas Mariposas”, e dell’ultimo ancora in lavorazione “Assandira”, che vedrà la luce agli inizi del prossimo anno.
Al calar delle tenebre, mentre il freddo iniziava a farsi pungente, è stato rinvigorito il fuoco nella piazza principale, dove attorno sono state posizionate “Is concas de mortu”, le zucche svuotate e intagliate come un teschio, illuminate da dei lumicini, preparate preventivamente da due ragazze in costume locale.
Ora l’attenzione del pubblico ai lati del grande fuoco era tutta per loro, ossia per gli otto ragazzi che dopo aver acceso appoggiando sul fuoco “IS FRACCHERAS”, partivano di corsa uno dopo l’altro, con le grandi fascine di asfodelo in spalla, illuminando le vie del centro storico.
“Is concas de mortu e le “fraccheras – precisa Emilio Cuccu – componente del comitato che organizza Autunno in Barbagia -appartengono ad un rito pagano che veniva fatto in occasione del 2 novembre, giorno dei defunti. Lo scopo di questa corsa con le fascine infuocare di asfodelo era quello di accompagnare le anime erranti fuori dal centro abitato. Perciò la manifestazione che viene proposta per Prendas de Ierru è una riproposizione di quello che facciamo ogni anno per il giorno dei morti”.
Successivamente è stata la volta dei bambini, che hanno riproposto l’antico e suggestivo rito, tra gli applausi dei numerosi presenti.
La festa si è conclusa con una degustazione gratuita a base di piatti tipici locali, assieme a canti e balli attorno al falò che consumava i resti delle fascine.
Di particolare interesse storico, sono state le visite guidate alla miniera di “Funtana Raminosa”, recentemente aperta, che per tutta la giornata, ha registrato il tutto esaurito.
Altri punti molto frequentati, “la Chiesa di S. Marta con i suoi affreschi”, il grande presepe di “Su Nascimentu” a cura di Angelo Curreli, “ Sa Estimenta”, “Sa Omu ‘e su meri”, “Sa Buttega de Tziu Innassiu”, “Su Sabatteri”, “Su Dottori”, “Sa omu ‘e Giobba”, “Trastus e fainas in domu de tiu Chicchinu”, “Sa omu ‘e su mortu”, “La casa del minatore”, la “Mostra dei Minerali” e la “Mostra degli strumenti di tortura”.
Il Comune di Gadoni è situato ad un’altezza di 700 metri sul livello del mare ed appartiene alla Comunità Montana Gennargentu – Mandrolisai. Domina dall’alto il lungo solco del fiume Flumendosa che segna i confini orientali del territorio.
Gadoni ha un territorio che si estende per 4350 ettari, straordinariamente interessanti dal punto di vista paesaggistico e ambientale.
Da sempre segnata da una radicata tradizione agricola e pastorale, la regione si distingue soprattutto per la presenza delle antiche miniere di rame che la rendono unica rispetto alla fisionomia storica ed economica di questa zona della Sardegna.
Info: www.comune.gadoni.nu.it – [email protected] – tel. 392 5596402 – 0784 627020
Michele Vacca