A distanza di un anno dalla fine dei lavori della Commissione Parlamentare d’inchiesta, proseguono i lavori in ambito giudiziario.
E’ passato quasi un anno dalla fine dei lavori della Commissione Parlamentare d’Inchiesta sul Moby Prince, la cui relazione conclusiva era stata resa pubblica il 24 gennaio scorso in Senato dall’allora Presidente Silvio Lai. La Commissione ha lavorato senza interruzione per due anni e le conclusioni hanno ribaltato le verità scaturite dalle inchieste giudiziarie e dai processi, mettendo in evidenza circostanze mai emerse prima quali l’assenza di nebbia, un ancoraggio della petroliera diverso da quello riportato nelle carte processuali, una rotta del Moby Prince che ha subito una turbativa, una sopravvivenza a bordo del traghetto ben oltre i 30 minuti in totale assenza di soccorsi.Dubbi sulla rotta della petroliera prima del suo arrivo a Livorno e sul materiale da esso trasportato, gli strani accordi tra le compagnie assicurative dopo due mesi dalla tragedia sono aspetti emersi nelle indagini della Commissione, ma rimangono alcuni punti che non sono stati analizzati, come cosa ha portato il traghetto in collisione.
In questo ultimo anno come familiari delle vittime ci siamo chiesti più volte se gli atti della Commissione di Inchiesta fossero stati trasmessi alle Procure di Livorno e Roma e se le Procure stesse avessero aperto fascicoli in tale senso. In seguito ad una richiesta specifica, per quanto riguarda la Procura di Livorno, abbiamo avuto un riscontro positivo in occasione di un incontro, in presenza di Luchino Chessa e dei legali Stefano Taddia e Carlo Melis-Costa, con il Procuratore Capo, Dott. Ettore Squillace Greco, e la Sostituta, Dott.ssa Sabrina Carmazzi. Da detto incontro, che si è tenuto lunedì 17 dicembre scorso, è emerso che la Procura di Livorno ha richiesto la relazione conclusiva ancora prima della pubblicazione della stessa; dal colloquio, dai toni giustamente riservati, è emerso che le indagini, con tutta probabilità, verranno o sono già state riaperte, anche al fine di verificare ipotesi di reato ancora perseguibili.
Come familiari delle vittime non possiamo che plaudire per la posizione del Procuratore Dott. Ettore Squillace Greco che consideriamo un evidente e concreto passo in avanti, nella speranza per fare piena luce su quello che è accaduto la notte del 10 aprile, in attesa di avere giustizia per la sofferenza e la morte orrenda che hanno avuto i nostri cari.