Viaggio nei labirinti della mente con “L’idea di ucciderti” di Giancarlo Marinelli con Fabio Sartor e Caterina Murino.
Un raffinato thriller psicologico per Caterina Murino, protagonista accanto a Fabio Sartor de “L’idea di ucciderti” – originale opera in nero scritta e diretta da Giancarlo Marinelli e ispirata alla tragedia dei femminicidi che debutterà martedì 15 gennaio alle 21 al Teatro Comunale di Sassari nel cartellone della Stagione 2018-19 de La Grande Prosa e Danza firmata CeDAC. La pièce che offre uno sguardo inedito su una terribile “epidemia” inaugurerà mercoledì 16 gennaio alle 21 la Stagione del CeDAC alTeatro Comunale Nelson Mandela di Santa Teresa Gallura, per approdare l’indomani, giovedì 17 gennaio alle 21 al Teatro Tonio Dei di Lanusei, venerdì 18 gennaio alle 20.30 all’Auditorium del Conservatorio “G. Pierluigi da Palestrina” diCagliari (fuori abbonamento) e infine sabato 19 gennaio alle 21 al Teatro Civico Oriana Fallaci di Ozieri per la Stagione 2018-19 de La Grande Prosa organizzata dal CeDAC nell’ambito del Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo in Sardegna.«Sono felice di tornare nella mia Sardegna con uno spettacolo che amo molto, che affronta un tema difficile come il femminicidio: ogni tre giorni in Italia muore una donna e sono centinaia anzi migliaia i casi nel mondo» dice Caterina Murino. «Quasi sempre quei delitti si sarebbero potuti evitare, c’erano stati dei segnali, ma giudici e polizia anche di fronte alle denunce alle prove non possono intervenire efficacemente se non quando è troppo tardi. La legge non tutela abbastanza le vittime, non bastano interdizioni e divieti, si dovrebbe inventare qualcosa – come un braccialetto elettronico – che renda impossibile all’assassino anche solo di avvicinarsi fisicamente».
«Fondamentale è l’educazione e quindi il ruolo delle famiglie» sostiene l’attrice che vive e lavora fra la Francia e l’Italia, con una carriera all’insegna della decima musa, da “Nowhere” di Luis Sepúlveda al set di “Casino Royale”, passando per “L’enquete corse” con Jean Reno, fino a “Chi salverà le rose?”, “Ustica” e “Se son rose”: «un bambino che cresce in un ambiente violento, che assiste a scene di abusi, subisce un trauma che si rifletterà sulla sua vita e sulle sue azioni future, con la tendenza a replicare quel modello e quei comportamenti. Così crescono dei mostri in seno alle famiglie: continueremo a creare dei mostri se non blocchiamo questa follia umana».
E conclude: «”L’idea di ucciderti” è un noir, io interpreto la pm incaricata di indagare su un delitto, ma anche la vittima: non sarebbe giusto rivelare troppo, ma lo spettacolo è basato su una storia vera e ci mette davanti a un altro problema, cioè la possibilità di un errore giudiziario».