Ancora una volta lo “Sportello dei Diritti” riporta il comportamento delle autorità elvetiche per quanto accade poco al di là del confine, che troppo spesso appare ingiustificatamente punitivo e comunque penalizzante nei confronti dei nostri connazionali frontalieri, una preziosa fonte di forza lavoro per la Svizzera, ma molte volte anche bistrattata dalle scelte amministrative non troppo cristalline.
L’ultima notizia riguarda i nuovi autovelox, ed in particolare quello installato appena oltre la dogana di Oria, frazione di Valsolda in provincia di Como e la censurabile contromisura adottata dalle autorità italiane. Ci si chiede come mai l’autovelox sia stato posizionato proprio in quel punto: a riguardo alcuni storcono il naso, ipotizzando un accanimento nei confronti di chi quella via la percorre quotidianamente, ossia il lavoratore frontaliere.
La contromossa dei comuni italiani di confine, come detto, non si è fatta attendere: installare altri autovelox perché gli automobilisti si comporterebbero a due facce. Ligi e rispettosi sulle strade confederate, meno su quelle italiche. A Valsolda sono, così, comparse sei colonnine arancioni tra Cressogno e Oria.
<<In definitiva – rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” – a pagare è sempre il povero frontaliere>>.