Nelle sue linee principali si ribadisce l’impegno prioritario di rispettare gli accordi internazionali per quanto riguarda la decarbonizzazione con la chiusura delle centrali a carbone entro il 2025, lo sviluppo della produzione di energia da fonti rinnovabili e la realizzazione di un importante elettrodotto Sardegna – Sicilia – Continente. Per il gas viene proposto di accelerare sui depositi costieri di GNL anche per riconvertire le centrali a carbone.
La sfida della innovazione energetica prospetta opportunità di nuova occupazione. La Proposta di Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima predisposto in maniera congiunta dai Ministeri dell’Ambiente e delle Infrastrutture è un documento complesso e contiene interessanti indicazioni per quanto riguarda le prospettive di sviluppo in campo energetico della Sardegna.
Gli aspetti di particolare rilevanza sono due. Il primo concerne la Produzione elettrica e interconnessione con il continente:viene indicata la prospettiva della chiusura delle centrali a carbone entro il 2025, insieme alla necessità di accelerare la crescita delle energie rinnovabili. In particolare per il phase-out dal carbone in Sardegna, si propone una nuova interconnessione elettrica Sardegna-Sicilia-Continente insieme a nuova capacità di generazione a gas o capacità di accumulo per 400 MW localizzata nell’isola nonché l’installazione di compensatori per almeno 250 MVAR.
L’elettrodotto Sardegna – Sicilia – Continente, il cui percorso e le cui caratteristiche tecniche sono in corso di definizione (si tratta comunque di un elettrodotto con lunghezza di oltre 800 km che richiederà un investimento di 1-2 miliardi di euro), è già inserito nel piano di sviluppo 2018 di Terna e, partendo dal Sud della Sardegna, sarà parte di un grande anello che comprende il SAPEI (costituito da 2 cavi da 500 MW) e il SACOI (per il quale è previsto il rifacimento e il potenziamento) a nord. L’integrazione di opportuni compensatori a potenziare quelli già in funzione a Codrongianus permetterà di raggiungere la stabilità della rete. Per agevolare la transizione sono previste le riconversioni delle centrali a carbone con alimentazione a Gas Naturale Liquefatto (GNL) per una potenza di 400 MW, come peraltro previsto dalla Strategia Energetica Nazionale (SEN), nel 2017. Un primo step di verifica potrà essere posto alla fine del 2020, data in cui occorrerà aver concluso i procedimenti di autorizzazione almeno delle opere principali. Legambiente si dice convinta che con l’elettrodotto Sardegna–Sicilia-Continente si può garantire la sicurezza degli approvvigionamenti elettrici dell’isola, pur con la chiusura delle centrali a carbone, stando dentro un sistema di prezzi nazionali.
Il secondo aspetto centrale riguarda, invece, l’approvvigionamento e gestione del Gas Naturale. L’’attuale indisponibilità di metano penalizza fortemente la Sardegna, così il piano indicando con chiarezza la prospettiva del suo arrivo attraverso una diffusione dei depositi costieri di GNL. E’ un obiettivo già indicato da Legambiente, che per essere perseguito ha bisogno di una notevole attività programmatoria da parte delle istituzioni.
Infatti, nel documento si afferma che nel settore del gas naturale sono in corso di autorizzazione presso il MiSE e il MIT numerosi progetti di depositi costieri di GNL di piccolo volume (SSLNG) da realizzare in Sardegna e in Adriatico (Ravenna e Porto Marghera) per lo scarico del GNL da navi metaniere di piccola taglia, lo stoccaggio e il successivo caricamento su navi bettoline (bunkeraggio) e su autocisterne criogeniche per il rifornimento di clienti civili e/o industriali e di stazioni di rifornimento carburanti. In particolare in Sardegna la disponibilità di GNL permetterebbe: di rifornire di gas naturale le industrie sarde – a prezzi in linea con quelli del resto d’Italia ove vengano adottate soluzioni tecnico/regolatorie che consentano di equiparare gli oneri di sistema – e le reti di distribuzione cittadine già esistenti (in sostituzione del propano) e in costruzione, tutte già oggi compatibili con il gas naturale; di sostituire i carburanti per il trasporto pesante; di sostituire i carburanti marini tradizionali con GNL introducendo, in modo graduale, il limite di 0,1% di zolfo per i mezzi portuali e i traghetti, nonché alimentare a gas naturale le nuove centrali termoelettriche previste in sostituzione di quelle ora alimentate a carbone.
<<Legambiente – afferma Edoardo Zanchini vice presidente nazionale – considera positivamente le proposte contenute nella Proposta di Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima e ritiene che possano utilmente favorire una fase di transizione fra fonti fossili e fonti rinnovabili, garantendo sicurezza e innovazione, anche senza le centrali a carbone. La chiusura dell’anello di collegamento Sardegna-Sicilia-Continente può garantire una maggiore sicurezza del sistema regionale e un ulteriore sviluppo delle fonti rinnovabili. I depositi costieri possono fornire il GNL per gli usi industriali e civili, favorendo anche lo sviluppo della filiera del biometano, in un contesto di maggiore elettrificazione e decarbonizzazione del sistema energetico regionale>>.
<<Ora la sfida che si apre per la politica regionale – aggiunge Vincenzo Tiana presidente del Comitato scientifico di Legambiente Sardegna – è di fare in modo che questa transizione sia sostenibile anche da un punto di vista sociale. Sono infatti previste importanti risorse per questi obiettivi nella prossima programmazione europea 2021-2026 e occorre pertanto che la Regione Sardegna si faccia trovare pronta con progetti di bonifica e riconversione delle aree, formazione dei lavoratori e creazione di lavoro, nella prospettiva di un sistema energetico sempre più distribuito e rinnovabile, con possibilità occupazionali e profili professionali anche diversi da quelli attuali>>.
Dunque Legambiente rivolge un appello alla Regione ed alle forze politiche e sindacali perché perseguano la strada della sostenibilità ambientale attraverso politiche innovative e siano protagonisti della realizzazione, in tempi rapidi, delle nuove infrastrutture che permetteranno alla Sardegna di proiettarsi nel futuro.