Ironia in scena con “Anche oggi mi sento proprio bene”, raffinato divertissement teatral-musicale firmato L’Effimero Meraviglioso e Teatro del Segno che sabato 19 gennaio alle 21 inaugurerà la Stagione de La Grande Prosa 2018-2019 al Teatro San Bartolomeo di Meana Sardo organizzata dal CeDAC nell’ambito del Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo in Sardegna.
Focus sugli aspetti paradossali e tragicomici del quotidiano con “Anche oggi mi sento proprio bene”, tratto da “Le puoi leggere anche in tram” di Nino Nonnis e interpretato dall’istrionica cantante e compositrice, performer e attrice Rossella Faa insieme al poliedrico attore Luigi Tontoranelli per la regia di Maria Assunta Calvisi – in cartellone sabato 19 gennaio alle 21 al Teatro San Bartolomeo di Meana Sardo (e prossimamente venerdì 15 febbraio alle 21 al Teatro Comunale Nelson Mandela di Santa Teresa Gallura) per la Stagione de La Grande Prosa 2018-2019 organizzata dal CeDAC nell’ambito del CircuitoMultidisciplinare dello Spettacolo in Sardegna.La scoppiettante pièce – coproduzione de L’Effimero Meraviglioso e Teatro del Segno – sposa teatro e musica, ironia e poesia per tracciare un divertente e divertito affresco della società tra vizi e (rare) virtù, mettendo in luce arroganza e fragilità, temerarietà e coraggio, paure e segrete inquietudini di donne e uomini come sospesi, quasi prigionieri, sulla vertiginosa giostra delle passioni, tra le misteriose regole dell’attrazione e le ragioni del cuore (che la ragione non conosce).
Tra le righe del fortunato e agile libricino dello scrittore Nino Nonnis affiorano personaggi come l’ineffabile Charlie Bistrussu e l’inimitabile Sesetto Damico, insieme a una folla di creature sensibili e affascinanti, timide o malinconiche, ma anche pericolose (per sé o per gli altri) fra curiose e sorprendenti tranches de vie, trasfigurate dalla fantasia e dall’arguzia dell’autore, in cui è facile riconoscersi e ritrovarsi – al di là del bene e del male.
Storie buffe o drammatiche, grottesche e surreali, dialoghi e battute, aforismi e pensieri “colti al volo”, quasi “rubati” o meglio distillati dalla apparente “normalità” dell’esistenza e proiettati in primo piano, con il loro contenuto inconsapevolmente satirico, compongono un variegato microcosmo, in cui si celano una miriade di possibilità, di ipotetici incontri e scontri, di inattese coincidenze dagli effetti imprevedibili, capaci di mutare il corso del destino – di singoli individui e forse dell’intero pianeta.
“Anche oggi mi sento proprio bene” è un raffinato e coinvolgente divertissement teatral-musicale in cui tutto può accadere e la temperatura emotiva cambia istantaneamente, dal fuoco della passione al gelo dell’indifferenza, in un gioco di liberi accostamenti e contrasti che rivelano la complessità dell’animo umano, le inesplicabili incongruenze e le deliberate ingiustizie, la crudeltà degli uni e la generosità sconcertante degli altri. Una drammaturgia intessuta di parole e note, di monologhi, lettere e poesie, tra conversazioni apparentemente “casuali” ma significative e amare riflessioni, in un alternarsi di sketches e canzoni, battute feroci o maliziose, per indagare tra le pieghe del reale, nei labirinti della mente e negli abissi più profondi svelando luci e ombre.
Una scenografia scarna ed essenziale, con pochi arredi e semplici segni ad evocare gli ambienti domestici, luoghi consueti e rassicuranti al cui interno si consumano piccole e grandi tragedie accanto ai brevi istanti di felicità, ovvero l’indeterminatezza e lo sguardo sull’infinito di un paesaggio marino, permette di passare agevolmente da una situazione ad un’altra, come da una “stazione” all’altra in un ideale viaggio tra la gente, di oggi e di ieri. Così bastano una chitarra e un leggìo a richiamare il meccanismo metateatrale e la capacità degli interpreti di immedesimarsi, di entrare e uscire istantaneamente dal personaggio: una parrucca, una gonna, uno scialle son i tratti distintivi delle creature vere o immaginarie – probabilmente un po’ l’uno e un po’ l’altro – che abitano il palcoscenico e conquistano per un attimo la ribalta, prima di ritornare ad immergersi nel mare dei ricordi o della fantasia.
“Anche oggi mi sento proprio bene” – è un titolo insieme esplicativo ed enigmatico, che allude forse alla tranquillità e imperturbabilità del viaggiatore curioso, intento a studiare le usanze di quella strana genìa, di quella razza umana che a dispetto del differente colore delle pelle e delle diverse lingue e tradizioni, a tutte le latitudini sembra afflitta dagli stessi dilemmi, da analoghi timori, come da speranze, sogni, desideri e al di là di differenze esteriori dettate dalla cultura allo stesso modo ama e odia, gioisce e soffre, nasce e muore. La pièce rimanda nella struttura e nello stile, arguto e leggero, vivace e brillante, all’avanspettacolo e al cabaret – forme d’intrattenimento adatte ad un pubblico eterogeneo, colto e popolare, ricche di riferimenti ma anche immediatamente comprensibili ai più e capaci di affrontare questioni scottanti e attuali con la cifra dell’ironia, per far sorridere e pensare.