“E’ la prma volta che alla Presidenza della Regione accettano un confronto sui temi delle pari opportunità. E’ un fatto straordinario, non è mai accaduto prima e non mi pare sia accaduto neanche altrove. Il fatto ancor più rilevante su cui vorrei soffermare la vostra attenzione è che il Coordinamento 3 Donne di Sardegna è un associazione nata un anno e mezzo fa che ha una caratteristica, quella di essere costituita da donne appartenenti a diversi schieramenti politici e diverse associazioni, enti e istituzioni. Sono rappresentative del mondo variegato e pluralistico della società.
Le apparenti differenze non ci hanno impedito di trovare un unità di intenti su alcuni punti fondamentali riguardo le pari opportunità e la condizione della donna in Sardegna, punti che abbiamo racchiuso nella Carta di Impegni per la Parità. Su questi cinque punti, solidi, concreti, irrinunciabili, noi donne del Coordinamento 3 abbiamo raggiunto l’unanimità di intenti e siamo qui per sottoporli alle candidate, vogliamo sapere da loro che cosa ne pensano. Siamo orgogliose di questa diversità nell’unità, e ci auguriamo che da questo confronto vengano fuori gli indirizzi per il governo della Regione che sarà. E’ un momento storico e ne siamo consapevoli, perchè per la prima volta verrà applicata la norma sulla doppia preferenza di genere che come donne di Sardegna abbiamo voluto fortemente in una battaglia durata 15 anni.
Una battaglia che ha avuto esito positivo il 21 novembre del 2017 con l’approvazione quasi all’unanimità della norma grazie all’unità e alla molteplicità di donne, associazioni provenienti da tutta la Sardegna che su questa battaglia si sono trovate d’accordo ed hanno rinsaldato la stessa che quattro consigliere regionali facevano in solitudine nel Consiglio. Questa unità fra le donne fuori dal Consiglio e le pochissime presenti ha consentito questo risultato che si accompagna ad un altro più grande, l’avere delle liste paritarie. Forse dopo capiremo esattamente quello che sta succedendo, invitare l’elettorato sardo a votare direttamente le donne e ad utilizzare bene la norma sulla doppia preferenza, laddove è stata usata ha favorito la presenza di un numero maggiore di donne. Abbiamo iniziato esattamente 70 anni fa con tre e siamo arrivate a quattro donne in Consiglio Regionale”.
Daniele Fronteddu