Agitamus. Piccoli studenti crescono con l’ausilio di attività singolari che scatenano forti emozioni ammantate di paura, impegno e responsabilità
L’esperienza di classe presentata alla sala Canu di Porto Torres. Utili però a elaborare conclusioni che segnano l’inizio di una nuova visione del mondo: “l’altro” è uguale a loro e le differenze fisiche sono secondarie, praticamente inesistenti.
A Porto Torres gli alunni della 5^ A e 5^B delle elementari (plesso De Amicis) e i loro compagni della 3^ media, sezione D, dell’Istituto Comprensivo n. 2 sono andati abbondantemente oltre la errata convinzione che per una persona con disabilità fare sport sia impossibile. Ora percepiscono, al contrario, che il paralimpismo rappresenti opportunità dispensatrice di tante soddisfazioni.
Merito degli atleti che hanno avuto il piacere di interagire con loro.
Giorgio Bolognini, istruttore di nuoto della società Albatross Sassari ha risposto con grande maturità alle domande, a volte molto personali che i bambini gli hanno rivolto circa la sua condizione cromosomica particolare.
I fortissimi cestisti in carrozzina della GSD Porto Torres non si sono tirati indietro nel descrivere con dovizia di particolari le dinamiche dei loro incidenti che gli hanno aperto nuovi scenari sul modo di gestire l’attività sportiva e il quotidiano.
La voglia irrefrenabile di danzare incarnata dall’atleta non vedente Roberta Pinna, spalleggiata dalla sorella Eleonora e dall’istruttrice Cristina Resta della DanceOzieri Academy dà un altro importante impulso ai discenti sul come aiutare il prossimo rendendosi utili attraverso gesti concreti.
Hanno volteggiato assieme alle ballerine, camminato con le bende sugli occhi, comprendendo come sia difficile muoversi nello spazio senza poter vedere. Si sono divertiti con i giochi di fiducia, facendosi cadere nel vuoto, con i compagni più grandicelli pronti a raccoglierli.
Il convegno organizzato nella sala congressi Filippo Canu ha dato la possibilità ai protagonisti del progetto Agitamus di tracciare la summa di tutti queste vicende toccanti.
Nel tavolo delle autorità sedevano l’ideatore del progetto Manolo Cattari e il suo team composto dalla coordinatrice burocratica Monica Pirina e dal responsabile dei rapporti CIP – MIUR Marco Pinna. Se l’Istituto comprensivo n. 2 di Porto Torres è costantemente attento alle tematiche sociali e inclusive lo si deve anche alla azione propulsiva della dirigente M. Letizia Fadda che nel suo intervento ha messo in luce tutte le peculiarità della scuola.
Paolo Poddighe, commissario straordinario del CIP Sardegna, ha ribadito che la macchina Agitamus si è già rimessa in moto a vele spiegate per dare continuità al progetto in più scuole del territorio sardo.
Le tipicità del progetto sono state apprezzate anche dal primo cittadino turritano Sean Wheeler e dall’assessore ai Servizi Sociali Rosella Nuvoli.
Ma il ruolo più importante è stato quello delle scolaresche, coordinate dalla referente Caterina Branca: hanno gremito la sala, con la partecipazione di numerosi genitori.
I ragazzi della terza media, monitorati dall’insegnante Francesca Sanges si sono prodigati nella preparazione di un’edizione straordinaria del giornale d’istituto dedicata allo sport e alla disabilità. Rilanciano con una bella intervista a Giorgio Bolognini e un video riepilogativo delle situazioni vissute.
Le due quinte elementari non sono da meno. Seguite dalle insegnanti Barbara Deidda, Delva G. Cossu, Margherita Pinna, Silvia Scanu e Maria Teresa Manunta mettono in campo foto, video, testi e interviste dove estrinsecano i benefici scaturiti dal progetto scolastico. E poi realizzano tre cortometraggi che risaltano le situazioni di difficoltà in cui possono trovarsi i disabili.
“Agitamus ha il grande merito di aver sensibilizzato e aiutato i bambini ad avvicinarsi a diverse forme di disabilità – ha rimarcato la maestra Barbara Deidda – richiamando l’attenzione sul senso di responsabilità che può essere rivolto anche verso problematiche dalla natura più lieve. Afferrano che i limiti sono negli occhi di chi guarda, realizzando che in fondo siamo tutti uguali”.
L’insegnante si sofferma anche sulla mole di lavoro svolta per confezionare i prodotti finiti: “Nei giorni successivi li abbiamo stimolati affinché sviluppassero le loro personalissime riflessioni su ciò che avevano provato a contatto con gli atleti paralimpici.
Temi come empatia e opportunità sono emersi spontaneamente a riprova di quanto sia difficile fare le cose più semplici se si è in una determinata condizione”.
E passo, dopo passo, dalla titubanza si è passati a vedere le cose diversamente. “Inizialmente abbiamo riscontrato la paura dei nostri scolari nell’entrare in relazione con persone rivelanti difficoltà – continua Deidda – poi si è innescato un meccanismo di riflessione che li ha portati a maturare maggior senso di responsabilità nei loro confronti. Siamo solo all’inizio, c’è tanto da fare; Agitamus ha gettato nei cuori dei bambini basi importanti (accoglienza, accettazione, attenzione) utili a prevenire il bullismo”.
“É un progetto bellissimo – conclude Barbara Deidda – che aiuta a prendere coscienza di sé stessi e soprattutto degli altri; consente di accogliere tutti in maniera paritaria. Il percorso, specie per i più piccoli, è da arricchire; diventa un trampolino di lancio che avvicina i bambini ad una realtà inedita. Sarebbe bello se si potesse allargare ad altre classi. Coinvolgergli così in tenera età, significa migliorare il futuro cittadino”.
E’ possibile seguire le attività del Cip Sardegna nella rinnovata pagina Facebook e sul sito web ufficiale www.cipsardegna.org