Dimore. Il 16 febbraio al “Museo dell’emigrazione” sarà inaugurata l’esposizione di 9 talenti sardi emigrati a Milano per realizzare i loro sogni d’artista.
Sono emigrati nel capoluogo lombardo per rincorrere i propri sogni d’artista: ora dalle prestigiose gallerie milanesi riportano nel cuore dell’isola una speciale collettiva che racchiude tutta l’intensità e la forza espressiva delle loro opere.Nove giovani talenti sardi sono i protagonisti di “Dimore”, l’esposizione che sarà inaugurata il 16 febbraio al MEA di Asuni, alle 18, come primo tassello di un più ampio progetto finanziato dall’assessorato regionale alla Cultura nella “Rete dell’emigrazione sarda”.
Oltre a un profondo talento, tutti gli autori hanno in comune una significativa esperienza di lavoro a Milano, la nuova città che li ha accolti e gli ha permesso di emergere nel mercato e nel mondo dell’arte contemporanea. I loro nomi sono Silvia Argiolas, Irene Balia, Nicola Caredda, Roberto Fanari, Silvia Idili, Claudia Matta, Silvia Mei, Paolo Pibi e Giuliano Sale.
È la loro condizione di nomadismo artistico a ispirare la nuova avventura culturale nel piccolo centro dell’Oristanese: una condizione che li vede avvolti nei panni di contemporanei “clerici vagantes”, capaci di materializzare in sorprendenti esiti figurativi la visione e l’intimità di un pensiero libero.
“Lo spettatore potrà accedere a questo universo enigmatico, sospeso tra realtà e sogno, attraverso nove “Dimore” artistiche – spiega Antonello Carboni, curatore dell’esposizione assieme a Silvia Oppo – nove angolazioni la cui sommatoria restituisce al nostro occhio molto più dell’intero”. L’ingresso è gratuito. Alla cerimonia di inaugurazione parteciperanno il sindaco di Asuni, Gionata Petza, i curatori della mostra e una rappresentanza degli stessi autori.
“Dimore” diviene così il punto di partenza di un vasto progetto che nei prossimi mesi, grazie all’impegno assunto dal Comune di Asuni, porterà al Museo dell’Emigrazione straordinarie occasioni di conoscenza, confronto e condivisione sul tema, mettendo in campo importanti mostre e installazioni, attività artistiche, laboratori ed escursioni nel campo della letteratura con presentazioni di autori e delle loro opere più significative.
“Questo è un ulteriore tassello che si aggiunge alle attività del museo venuto alla luce tre legislature fa – afferma il primo cittadino Petza –. La nostra Amministrazione ci sta credendo profondamente, dando continuità a un tema che oggigiorno mostra tutta la sua drammatica attualità”.
Il MEA entra così nel vivo dei propositi assunti fin dalla sua nascita, nel 2007, quando i fondatori ebbero l’intuizione di andare oltre la sterile prospettiva di un concetto di emigrazione limitato all’enfasi di sofferenze e nostalgie: fu individuato invece un punto di vista positivo, generatore di innovazione e di crescita in riferimento alle reti sociali a lunga distanza che l’emigrazione stessa permette di sviluppare.