Diritti dei Minori. L’accuratezza e la predisposizione degli interventi a carattere riabilitativo sembra la prima ed improrogabile necessità per questi ragazzi che infondo chiedono di essere ascoltati. Il Dott. Guido Pala, Presidente del Tribunale per i Minorenni di Cagliari, delinea le differenti soluzioni intenzionate a tal fine, tenendo ben presente la diversità che ogni caso porta con se. Diversità con la quale ogni esperto deve interfacciarsi mostrando diligenza, professionalità, competenza e serietà.
“I ragazzi chiedono attenzione. Il messaggio che sta dietro all’azione deviante è sempre una richiesta d’attenzione, spesso negata da quegli stessi adulti che invece dovrebbero essere presenti nella vita del ragazzo. Il messaggio indiretto del ragazzo ci aiuta a scoprire le mancanze avute in passato, con quali persone, in quali ambiti si è sentito più solo, non considerato” – Don Ettore CannaveraL’importanza dell’ascolto è un elemento imprescindibile nell’educazione dei ragazzi, in particolar modo durante i procedimenti giudiziari a loro carico. Una necessità che deve necessariamente trovare riscontro da parte degli operatori giuridici, esperti e specialisti che di loro si occupano, assecondandone i bisogni senza mancare, in alcun modo, nessun punto. Parliamo questa sera con il Dott. Guido Pala, Presidente del Tribunale per i Minorenni di Cagliari, che illustra le differenti problematiche relative all’ascolto dei minori in ambito giudiziario, sottolineando l’importanza del supporto ad ogni passaggio, senza mai dimenticarsi del principale obiettivo al quale sempre tendere: il sostegno educativo.
Il Tribunale per i Minorenni si occupa di procedimenti a carattere civile e penale relativi esclusivamente ai minori d’età. In ambito civile di situazioni di minori che versino in condizioni di difficoltà derivanti dalle più diverse motivazioni, come spesso da un esercizio non adeguato della responsabilità genitoriale. Genitori che adottano comportamenti pregiudizievoli o che utilizzano negligenza nei suoi riguardi, non in grado quindi di esercitare la potestà con responsabilità. Nei casi più difficili vengono attivate e predisposte procedure di adottabilità e/o affidamento. In ambito penale di minori d’età compresa tra i 14 e i 18 anni, in quanto prima dei 14 anni la non imputabilità del ragazzo è data dalla scarsa capacità di intendere e volere.
Il 15 dicembre 2018 il Dipartimento di Giustizia Minorile e di Comunità ha pubblicato un analisi statistica sui provvedimenti di natura penale a carico di minorenni. Un quadro sintetico e aggiornato sui minori presenti nei servizi residenziali o in carico ai Servizi Sociali. Dagli stessi apprendiamo che 1.522 ragazzi sono presenti nei servizi residenziali, 14.326 in carico agli uffici di servizio sociale per minorenni. Di questi 5.511 sono a carico per indagini e progetti trattamentali. Quali sono le difficoltà legate ai procedimenti a carico di minori?
“Le difficoltà sono certamente parecchie. Abbiamo raccolto per l’80% reati ascrivibili all’ambito penale contro l’incolumità pubblica, in materia di detenzione di sostanze stupefacenti, contro il patrimonio, contro la persona e reati legati all’utilizzo di sistemi informatici. Potremmo per questo alludere alla trasmissione di immagini non adeguate per via telematica e ad episodi di cyberbullismo, entrambi in notevole aumento. E’ necessario individuare, per ogni ragazzo implicato in un processo penale, la modalità d’intervento più appropriata anche in ottica preventiva, volta a dare la possibilità al minore di riconoscere la gravità delle proprie azioni e, contestualmente, supportarlo e sostenerlo attraverso il compito educativo alla crescita. L’ordinamento penale è infatti ispirato al principio secondo il quale il minorenne ha una personalità in via di formazione, un carattere non perfettamente delineato e, in ottemperanza a questo, viene predisposto, dal Tribunale, l’affiancamento di altri sistemi quali Servizi Sociali, Consultori e Asl, nella fattispecie, qualora ve ne sia il bisogno, reparti di Neuropsichiatria Infantile. Il coinvolgimento delle strutture permette il compimento di un valido lavoro e l’efficacia degli interventi a carattere psicologico nei confronti di questi ragazzi.
Il procedimento penale minorile ha diverse possibilità di conclusione che non prendono necessariamente in considerazione soltanto la condanna ma anche la cosiddetta ‘messa alla prova’, consistente in una serie di attività sociali o frequentazione di determinati corsi e attività di volontariato, con l’obiettivo di coinvolgimento del minore in qualcosa di produttivo. Le difficoltà maggiori sono da evidenziare soprattutto nella mancanza di risorse, come l’eccessiva incapacità dei reparti di Neuropsichiatria che non possono spesso prendersi carico del minore stesso. Allo stesso modo i Servizi Sociali sono impossibilitati a tali opportunità anche per mancanza di personale e difficoltà economiche, e questo incide certamente sulla certezza dell’opera che gli stessi prestano. Una questione da noi sollevata e che abbiamo spesso portato all’attenzione del Governo, ma per la quale non abbiamo ricevuto adeguate risposte, è quella relativa alle carceri minorili. In Sardegna abbiamo un Istituto Penale per Minorenni con sede a Quartucciu che accoglie soltanto minori maschi. Qualora si verificasse la necessità opposta dovremmo provvedere all’invio delle ragazze nella penisola: questo lascia immaginare il disagio vissuto dai familiari della stessa che si ritroverebbero a farsi carico delle spese di viaggio per recarsi dalla propria figlia”.
Alla voce “Minorenni e giovani adulti in carico agli uffici di servizio sociale”, secondo l’età alla prima presa in carico, vediamo che 101 hanno meno di 14 anni, 1.107 14enni, 2.701 15enni, 3.881 16enni, 4.216 17enni, 3.593 sono giovani adulti. Cosa può significare per un ragazzo essere sottoposto a procedimenti d’indagine?
“Essere sottoposto ad un procedimento d’indagine ed eventualmente a processo è chiaramente un esperienza stressante, per il ragazzo come per i genitori. Un esperienza certamente faticosa ed intrusiva, poiché i Servizi Sociali che incarichiamo di norma va ad approfondire la situazione familiare, scolastica, personale e anche lavorativa dei componenti del nucleo familiare, creando indubbiamente notevole disagio. Spesso il procedimento penale può rivelarsi per il ragazzo un occasione di riorganizzazione della propria vita, di revisione e rielaborazione di un comportamento passato per un proiezione più positiva verso il futuro. I procedimenti penali che definiamo come ‘messa alla prova’ quale esito positivo di estinzione del reato sono circa la metà, o forse di più, dei casi che trattiamo. Le attività proposte al ragazzo sono utili soprattutto sotto l’aspetto della formazione, ed evidenziamo il sostegno negli studi o il tirocinio lavorativo quale occasione per l’immissione nel mondo del lavoro, come anche il sostegno genitoriale. Il Servizio Sociale si pone come principale obiettivo il miglioramento del ragazzo su più livelli. Non è infatti poco frequente che un ragazzo coinvolto nello spaccio di droga, arrivato in messa alla prova che abbia visto la presenza degli esperti presenti in ogni istante al fine di supportarlo nel suo percorso, riesca a risolvere definitivamente il proprio problema, così come non è poco frequente che un ragazzo, una volta abbandonati gli studi, successivamente gli abbia poi ripresi”.
Quanta importanza ha l’ascolto durante l’iter procedurale, come avviene la tutela e in che modo viene assicurato tutto questo al minore?
“L’ascolto del minore è sempre molto importante e decisivo in tutti i procedimenti che lo riguardano. L’ascolto è infatti assicurato dal codice di procedura penale che prevede frequenti udienze ogni qual volta lo richieda e per ogni passaggio di procedimento. Nell’ambito civile possiamo fare riferimento a recenti modifiche sia a livello di legislazione comunitaria. Il minore che abbia compiuto 12 anni deve essere ascoltato, sia nei procedimenti a carico dei genitori, come nei casi di separazione e divorzio o riguardo alla decadenza dal ruolo stesso per inadeguatezza. Nei procedimenti importanti, quali quelli di adottabilità, si predispone la presenza di un difensore che rappresenti la risposta alle sue esigenze, difensore che sarà certamente diverso da quello dei propri genitori, e il Tribunale si assicurerà che questo avvenga, favorendo l’affiancamento di questi a spese dello Stato. Se ne desume quindi l’importanza che le stesse norme danno alla valorizzazione della posizione del minore. Soprattutto nei procedimenti civili, l’ascolto del minore risulta essere illuminante e riequilibrante, data la frequente conflittualità dei genitori e il rilascio di versioni contraddittorie e contrapposte, fornendoci una visione d’insieme più moderata di quella dei propri genitori e dandoci la possibilità di adottare gli interventi più utili da mettere in atto”.
Quali impegni si assumono gli operatori istituzionali nei confronti del minore, e quali sono le prerogative di base che ogni figura deve necessariamente possedere?
“Gli operatori istituzionali con i quali lavora il Tribunale sono diversi. Ci avvaliamo principalmente dei Servizi Sociali, i servizi garantiti dalla Asl, quali il servizio di Neuropsichiatria Infantile e Centri di Salute Mentale, se i genitori desiderino approfondire quest’aspetto. Ricorriamo, inoltre, a strutture quali Polizia, Commissariato, Carabinieri, in sinergia con tutte le strutture presenti sul territorio. Gli operatori incaricati hanno in genere una specifica e consolidata preparazione. Le Questure hanno un nucleo che si occupa specificamente di interventi rivolti ai minori”.
Daniele Fronteddu