Anteprima Éntula 2019 dal 5 all’8 febbraio: Olbia, Tempio Pausania, Valledoria, Sassari e Monserrato. Primo appuntamento martedì 5 febbraio a Olbia.
Da poco tornato in libreria con il suo ultimo romanzo Ottanta rose mezz’ora (Marcos y Marcos, 2019), lo scrittore romagnolo Cristiano Cavina arriva in Sardegna protagonista di un’anteprima della settima edizione del Festival letterario diffuso Éntula, organizzato dall’associazione culturale Lìberos. A partire da martedì 5 febbraio in programma un ciclo di appuntamenti con i lettori, preludio di presentazioni e incontri che nei prossimi mesi animeranno piazze, biblioteche e teatri di piccoli e grandi centri della Sardegna.Nel primo appuntamento martedì 5 febbraio a Olbia Cristiano Cavina racconta il suo romanzo per ragazzi Pepi Mirino e l’invasione dei P.N.G. ostili (Marcos y Marcos, 2018). Un gruppo di undicenni, Sofi, Giamma, Santino e Pepi si trova ad affrontare l’avventura che tutti i bambini vorrebbero vivere: improvvisamente si ritrovano a combattere contro personaggi dei videogiochi sbucati da un tablet e materiliazzatisi nella realtà. È una storia epica e avventurosa ma anche una profonda riflessione sull’amicizia, sul rapporto tra genitori e figli e sul vivere in campagna e in città. Un vero e proprio romanzo di formazione che si interroga sul vertiginoso confine tra mondo virtuale e realtà. Si comincia alle 18:30 alla Libreria Per filo e per segno con Catia Langiu.
Gli incontri dei giorni successivi sono quasi tutti dedicati alla presentazione dell’ultimo romanzo dell’autore Ottanta rose mezz’ora, una storia d’amore, di fallimento, di redenzione e di coraggio. Lui è uno scrittore, lei insegna danze alle bambine. S’incontrano per caso e si riconoscono al primo sguardo. È un amore che viene dritto dal desiderio e che li porta in territori estremi. Sullo sfondo la precarietà della provincia impoverita. A un certo punto, rimasta senza risorse, lei decide di ricevere uomini a pagamento nel suo monolocale. Ma può assentarsi dal corpo e vendersi così, senza emozioni? Sono prodotti del nostro tempo gli eroi di questa favola d’amore dolce e spietata in bilico tra purezza e corruzione. Con uno stile denso, a tratti crudo ma sempre accattivante, Cavina ben descrive le emozioni dei protagonisti rendendoli poetici ed ironici nella bizzaria e nell’autenticità dei loro sentimenti. L’autore incontra i lettori mercoledì 6 febbraio alla Libreria Bardamù di Tempio Pausania alle 18 con Massimo Dessena. Si prosegue il giorno successivo giovedì 7 febbraio a Valledoria nell’Aula Consiliare per due appuntamenti dedicati alle scuole, ma aperti al pubblico. Alle 9.30 e alle 11.30 Cavina torna a parlare di Pepi Mirino e l’invasione dei P.N.G. ostili (Marcos y Marcos, 2018) e di Fratelli nella notte (Feltrinelli). Sempre giovedì ma alle 18:30 si replica a Sassari al Quod Design con Barbara Dettori. L’ultimo appuntamento è venerdì 8 febbraio alla Monserratoteca di Monserrato alle 18 con Andrea Serra, ancora con Ottanta rose mezz’ora.
Ottanta rose mezz’ora (Marcos y Marcos, 2019), Si incontrano per caso. Due vite sospese per aria. Lui scrive, e tra libri e seminari ricava più o meno di che vivere; Sammi è una ballerina che insegna danza alle bambine. Si mandano messaggi, si cercano. Il desiderio sale dritto dalla pancia, li trascina nei vicoli bui, contro saracinesche arrugginite. Li fa vibrare come una corda sola. Lui con le sue zone oscure, la sua attrazione per i territori estremi. Sammi con il suo broncio, il passo che piega la superficie del mondo. Sammi che attira disastri, e si trova sommersa dai debiti. C’è una strada che sembra molto facile. Basta un annuncio. Aprire la porta a sconosciuti. Può assentarsi dal corpo e vendersi così, senza emozioni?
Pepi Mirino e l’invasione dei P.N.G. ostili (Marcos y Marcos, 2018). E se i personaggi dei videogiochi sconfinassero di colpo nella realtà? Succede a Pepi Mirino una delle notti in cui dorme dal papà. Per Sofi, Giamma, Santino e Pepi – il Club dei cecchini – è allarme generale; finora è caduto solo un albero, ma possono aspettarsi di tutto. Anche perché hanno scaricato di nascosto GTA. “Il primo a sconfinare nel mondo reale fu un Mini P.E.K.K.A. di Clash Royale. Uscì come una nebbiolina dal foro delle cuffie del tablet ancora acceso, lasciato a ricaricarsi sul bracciolo del divano. La nebbiolina grigia, striata di azzurro, indugiò nel salotto appena rischiarato dalle braci del camino”.
Fratelli nella notte (Feltrinelli, 2017). Mario è un giovane contadino romagnolo, semplice e mite. Non ha sogni né desideri, e accetta con atavica rassegnazione la dura vita di lavoro e fatica che il destino gli ha assegnato. Al compimento dei diciotto anni riceve la cartolina di leva della Repubblica sociale: è il 1944, e per paura delle armi si sottrae all’arruolamento. Si rifugia prima da alcuni lontani parenti, che aiuta nei lavori più pesanti in cambio dell’ospitalità. Ma la sua presenza è un pericolo per tutti, così si unisce alla 36a brigata Garibaldi. Lì, proprio per la sua semplicità e la sua mitezza, viene esentato dalle azioni militari; si occupa dei muli e dei cavalli, con i quali solamente sembra a suo agio, e per questo legame con le bestie e per la comica rapidità delle sue fughe terrorizzate nei boschi all’arrivo dei tedeschi, gli viene dato come nome di battaglia Tarzan. Con un respiro ampio, quasi epico, uno stile potente e asciutto, in grado di rappresentare gesti autentici e dialoghi di poche parole cariche di verità, Cristiano Cavina racconta una storia commovente ed emozionante proprio perché priva di qualsiasi idealizzazione, di qualsiasi nostalgia. Soltanto due fratelli davanti al discrimine fra vivere e morire, senza mostri né eroi; soltanto un ragazzo spaventato che cerca di sopravvivere e un uomo costretto a scegliere se rischiare la vita per salvarlo.
Cristiano Cavina nasce a Casola Valsenio nel maggio del 1974 e c’è ancora dentro fino ai capelli: Made in Casola è il marchio in calce ai suoi romanzi e alle sue mail. Si nutre di storie fin da piccolo, ascoltando i racconti dei vecchi al bar; quando poi scopre i libri, la sua strada è tracciata. Scrive di cose che conosce bene: la sua infanzia in Alla grande (premio Tondelli) e Un’ultima stagione da esordienti; l’epopea di Nonna Cristina in Nel paese di Tolintesàc; la sua storia di figlio senza padre e di padre fuori dagli schemi nei Frutti dimenticati (premio Castiglioncello, premio Vigevano, premio Serantini, Selezione premio Strega); il lavoro nell’immensa cava di gesso alle porte di Casola Valsenio in Scavare una buca; i suoi anni di scuola superiore in Inutile Tentare Imprigionare Sogni. In La pizza per autodidatti trasmette la sua esperienza di ‘pizzaiolo quando c’è’ nella Pizzeria Il Farro di Casola Valsenio: tra impasti, temperature e ricette, ci svela l’importanza del forno per un narratore come lui. Pinna Morsicata (premio Laura Orvieto sez. 6-11 anni) è il suo primo romanzo per piccoli, il secondo volume della collana Scarabocchi.