Oltre 2.200.000 persone hanno votato per i loro luoghi più cari.
I luoghi che più votati in Sardegna sono il Museo a cielo aperto “Maria Lai”, la Chiesetta di Sant’Antiogu Becciu e il Giardino sonoro – Museo all’aperto Pinuccio Sciola, classificatisi rispettivamente al 33°, 88° e 117° posto.
Il Museo a cielo aperto “Maria Lai” , situato aUlassai (NU) e classificatosi con 11.544 voti, è un importante esempio di arte pubblica e sociale avviato nel 1981 con la performance collettiva “Legarsi alla montagna”, prima opera di arte relazionale a livello internazionale. Maria Lai (Ulassai, 1919 – Cardedu, 2013) è stata una delle voci più singolari dell’arte italiana dal secondo dopoguerra in poi. La sua particolare attitudine per il disegno la portò a iscriversi, nel 1939, all’Accademia di Belle Arti di Venezia, unica donna in quegli anni a studiare scultura con Arturo Martini. Si concentrò durante tutto il suo percorso sui materiali, traendo ispirazione dall’arte povera e dall’arte concettuale, fino a utilizzare prodotti locali, come il pane, evidenziando il forte attaccamento alla sua terra.Le opere di Maria Lai e di altri artisti sono disseminate variamente nel centro abitato del piccolo borgo di Ulassai (1.754 abitanti) mirabilmente integrate e fuse con il territorio e le sue bellezze naturalistiche, con i caratteristici “tacchi” – particolari affioramenti di roccia – calcarei. Molte opere, esposte alle intemperie, richiedono interventi di salvaguardia, recupero e valorizzazione, rischiando, senza adeguati e tempestivi interventi conservativi, di venire compromesse e danneggiate irreparabilmente. Queste sono le ragioni che hanno spinto il comitato “Luoghi d’arte, Museo a cielo aperto Ulassai” a promuovere la raccolta firme al censimento del FAI.
La chiesetta campestre di Sant’Antiogu Becciu, situata a Sanluri (VS), ai confini con l’agro di Villanovaforru, ha totalizzato 4.884 voti: fu realizzata nel 1610 grazie al lascito di un privato e utilizzata sino al periodo della Prima Guerra Mondiale, quando venne definitivamente abbandonata. Per circa 300 anni in questa chiesa si è celebrata la Festa di Sant’Antioco, protomartire e patrono della Sardegna, con una grande partecipazione di fedeli. Dopo l’abbandono, l’edificio venne spogliato degli arredi, depredato di molti materiali e infine utilizzato come ricovero di bestiame. Dopo circa un secolo di abbandono, le mura, in parte distrutte e in parte pericolanti, rischiavano di crollare cancellando del tutto il ricordo di un bene così prezioso.
Si è così costituito nel 2014 un comitato spontaneo di cittadini particolarmente orgogliosi del passato della città e del territorio, che con costanza e determinazione è riuscito a far sì che la chiesetta venisse restaurata e riaperta al pubblico il 15 aprile 2018 in occasione della Festa del Santo. L’area dove si trova la chiesa, di proprietà del Comune, è stata concessa in comodato d’uso gratuito ventennale al comitato “Salviamo Sant’Antiogu Becciu” che si è posto come prossimi obiettivi il restauro del pavimento originale in cotto del 1610 e la sistemazione del parco intorno alla chiesetta.
Giungendo tra le pietre giganti simili a menhir scolpite dal maestro Pinuccio Sciola (1942-2016), sembra di approdare nel centro della Terra. Il Museo all’aperto di Pinuccio Sciola “Giardino Sonoro” di San Sperate (CA) ha ottenuto 3.796 voti grazie all’orizzonte di pietre megalitiche pervaso dal profumo degli agrumi che lo caratterizza. Uno spazio artistico senza tempo, che mette d’accordo tutti i sensi e li amplifica. In questo giardino “incantato” è possibile immergersi alla scoperta dei suoni diversi prodotti da materiali e lavorazioni differenti. Un modo di assaporare l’arte, uno spazio culturale in cui, con rispetto e creatività, si può persino partecipare e provare l’emozione di accarezzare l’elemento primo e scoprire il suono ancestrale rimasto rinchiuso all’interno della materia per millenni. Il comitato che si è formato in occasione del nono censimento de “I Luoghi del Cuore” si pone come obiettivo la tutela adeguata del parco attraverso il restauro di alcune opere danneggiate dal tempo e dall’azione invasiva dell’uomo, allo scopo di rendere fruibile il luogo a un pubblico sempre più vasto.