“Il voto a Sinistra Sarda è anche un voto di legittima difesa del territorio del Nord Ovest dimenticato dalla Regione e mal governato dal Pd e dai suoi alleati”.
Vindice Lecis, candidato presidente della Sinistra e unico sassarese tra gli aspiranti “governatori”, ha così aperto l’assemblea pubblica in un salone dell’Hotel Vittorio Emanuele affollato da oltre cento cittadini e alla quale hanno partecipato i candidati Emilio Fois, Patrizia Marongiu, Andrea Lai, Leonardo Meazza, Melania Ruggeri e Ulisse Campus
Per Lecis la Regione guarda al Nord Ovest “con occhio strabico” perché mai come in questi anni il territorio è stato spogliato di servizi, strutture e fortemente indebolito. Serve un progetto unitario e realistico su alcuni temi.
Quello delle infrastrutture ad esempio dove bisogna porre “come questione prioritaria il rilancio dell’aeroporto di Alghero e del porto di Porto Torres, completare gli assi viari già programmati e mai completati nonostante annunci trionfalistici, far decollare le Zone economiche speciali che possono garantire fiscalità di vantaggio e riduzione consistente di burocrazia e usufruire del reddito d’imposta”.
Anche nella sanità bisogna intervenire, “smantellando la riforma ospedaliera di Arru che ha indebolito tutte le strutture del Sassarese e fornire garanzie ai lavoratori e ai cittadini a proposito della salvezza e del rilancio del Policlinico”.
Tra le altre questioni affrontate: l’avvio delle bonifiche a Porto Torres “occasione di lavoro per un rilancio degli investimenti puliti”, un progetto per il rilancio dell’edilizia completando le opere pubbliche, settore dove si assiste “alla chiusura in pochi anni di 220 aziende e alla perdita di circa trentamila posti di lavoro”.
Per Lecis bisognerà affrontare il nodo di Predda Niedda, “oggi un non luogo, immaginando un nuovo modello di urbanizzazione e impostando anche strategie per servizi e commerci”. Nel progetto Sassari il candidato di Sinistra Sarda mette al centro l’aiuto alle imprese innovative, la lotta alla dispersione scolastica, la più alta d’Italia, piani di riassetto idrogeologico e lotta allo spopolamento con l’avvio di progetti per il ritorno dei giovani in agricoltura.
Ma soprattutto la valorizzazione piena delle potenzialità culturali e artistiche e delle sue istituzioni per mettere al centro Sassari e la lotta al suo declino: “Si tratta di avviare un vero confronto – ha concluso – sulle scelte culturali e politiche, sul destino di Sassari, senza nostalgie ma per rilanciarne finalmente la sua funzione storica di capoluogo del Nord dell’isola”.