Manifestazioni studentesche anche a Sassari. Nelle principali città d’Italia si è svolto un corteo studentesco contro il nuovo esame di maturità e i tagli alla scuola
In totale erano più di 50 le città attraversate dalle manifestazioni, nella prima giornata di proteste dopo la manovra gialloverde.
Il corteo, partito da piazza Università e conclusosi in Piazza Italia sotto la sede della Provincia, verteva sulle politiche scolastiche dell’esecutivo, a cui si è risposto con una sonora “bocciatura”. Nel mirino delle proteste «un esame di maturità stravolto e 4 miliardi di tagli all’istruzione, ed il piano “Scuole Sicure” di Salvini che aumenta la repressione».
La giornata di protesta, appoggiata dal Fronte della Gioventù Comunista (FGC), ha raccolto i giovani a partire da un video appello dei rappresentanti e dei Presidenti delle Consulte studentesche. Hanno partecipato studenti delle scuole di Sassari ed Alghero, dagli istituti: liceo Margherita di Castelvì, industriale Angioy, IPSAR Sassari, Convitto Nazionale Canopoleno , tecnico commerciale Dessì, liceo classico Azuni, liceo artistico di Sassari, liceo classico Manno di Alghero, liceo scientifico Fermi Alghero, IPSAR Lussu di Alghero, liceo artistico Francesco Costantino di Alghero “è stata un’altra giornata di lotte per gli studenti di tutta la provincia di Sassari- dichiara Mattia Uzzau, responsabile scuola FGC di Sassari- oggi abbiamo lanciato un segnale, un grido di rabbia e disperazione che rivendica un’istruzione di massa di qualità.
La scuola italiana non ha bisogno di tagli ma di più fondi. Il governo giallo-verde si è mostrato perfettamente in linea con il governo del PD. Il nuovo esame di maturità annunciato a fine dicembre, costringe gli studenti ed i professori ad una corsa contro il tempo per essere pronti ad affrontarlo.
La creatività dello studente, la sua capacità di ricerca e il suo spirito critico vengono smorzati dall’eliminazione della tesina, sostituita da una relazione sulle esperienze di alternanza scuola lavoro. Continueranno le mobilitazioni studentesche finché la voce degli studenti non sarà ascoltata.