Dure parole di Murgia durante il dibattito a Muravera: “Non potete utilizzare l’antifascismo per portare in Consiglio regionale sempre le stesse persone”.
“Non potete utilizzare l’antifascismo per portare in Consiglio regionale sempre le stesse persone”, ha detto Andrea Murgia, candidato alla Presidenza della Regione Sardegna, durante il sentito e partecipato dibattito che si è tenuto a Muravera. “Ciò che serve sono volti nuovi che non hanno ancora governato, che non hanno portato alla rovina la nostra Isola. Il programma degli altri è un programma italiano e non scritto sul territorio e specificatamente per la nostra terra. Non siamo più disponibili a sostenere progetti italiani o costruiti attorno a un leader.Siamo orgogliosi del nostro progetto che sta diventando sempre piùquello di tutti i sardi”.Hanno partecipato i candidati e le candidate per la circoscrizione di Cagliari Giulia Lai, Bettina Pitzurra, Fabrizio Palazzari, Marco Lampis, Virgilio Sotgia e Maria Brigida Carta, che ha moderato l’incontro e ha tenuto a precisare l’importanza di far conoscere Autodeterminatzione nel Sarrabu Gerrei e dell’applicazione dello Statuto sardo. Gavino Sale è intervenuto al termine del dibattito.
Tutti d’accordo sulle motivazioni che li hanno spinti ad aderire a questo progetto, per puntare al cambiamento in Sardegna con volti nuovi che hanno scritto un programma tramite confronti e incontri sul territorio. Sanità, lotta allo spopolamento, povertà, sfruttamento delle risorse, gli argomenti trattati, Per Bettina Pitzurra “l’Isola non è povera, ma la povertà è indotta dal sistema per toglierci la libertà. Dobbiamo dare valore e speranza ai nostri giovani, noi di Autodeterminatzione puntiamo alla autopromozione”. Maria Brigida Carta dà risalto al problema della sanità e del diritto alla salute, molto sentito in questa zona della Sardegna. Marco Lampis specifica l’unità di Autodeterminatzione che he messo assieme sei sigle all’interno di un movimento in itinere, sempre aperto a nuove adesioni, e ha rimarcato il fatto che bisogna sempre distinguere la povertà rurale da quella urbana. “Autodeterminatzione non è un movimento di protesta – ha terminato – ma di governo e ciò è dimostrato dal programma che abbiamo costruito tutti insieme sul territorio”.