“Espressioni di genere: dall’infanzia all’età adulta”. Agedo Onlus, da sempre impegnata nella lotta per i diritti degli omosessuali, nell’ottica di promozione, ha voluto affrontare il problema dell’accettazione soffermandosi sul diritto di “essere bambini”.
Si è tenuto ieri sera alla Mem – Mediateca del Mediterraneo, l’incontro promosso da Agedo Onlus (Associazione di genitori, parenti e amici di persone Lgbt) nell’ambito dei diritti degli omosessuali che ad oggi, nonostante le diverse campagne di sensibilizzazione all’argomento, trovano difficoltà nell’essere ascoltati. In quest’ottica, Agedo Cagliari, come organizzazione di volontariato sociale, senza scopo di lucro, apartitica, antirazzista e pacifista, si impegna a lavorare nel sociale per ridurre ed abbattere i pregiudizi, le paure e gli stereotipi relativi all’omosessualità, con l’obiettivo di educare al rispetto delle persone lesbiche, gay, bisessuali e transessuali, intervenendo contro ogni forma di discriminazione delle persone omosessuali all’interno della famiglia. Farmacia Politica, gruppo di studenti e ricercatori universitari, ha inoltre invitato i consiglieri regionali e discusso in sede la proposta di legge contro le discriminazioni e le violenze determinate dall’orientamento sessuale, dall’identità di genere e dalla condizione di intersessualità.Presenti all’incontro la Presidente Agedo, Delia Fenu che ha introdotto attraverso la presentazione della propria associazione al tema dell’omosessualità e difficoltà di riconoscimento dei diritti, a seguire Porpora Cardasciano che ha raccontato, ricordando le difficoltà passate legate all’espressione delle proprie idee, della propria originalità, la sua storia. Camilla Vivian, autrice de “Mio figlio in rosa” che, non avendo avuto la possibilità di vedere riconosciuti i diritti di suo figlio, ha deciso di lasciare l’Italia per recarsi in Spagna, nella Comunità Valenciana.
“Non è possibile dare una definizione di diversità” riferisce Rose Aste, attrice e direttrice della compagnia teatrale Artifizio “si parla spesso di naturalità, ma la diversità alla quale alludono in natura non esiste. E’ doveroso parlare oggi di quel che fa star bene le persone, non di quel che è naturale. Poter autoaffermarsi, definirsi ed esprimersi sono prerogative imprescindibili che stanno affermandosi sempre più nella nostra società. Il teatro rappresenta quella dimensione privilegiata dove le persone possono sentirsi libere ed esprimersi, essere se stesse impersonando qualcun’altro“.
Dare voce a ragazzi e ragazze che attualmente non possono esprimersi è sempre stata una delle prerogative di Porpora Cardasciano, arrestata nel pieno dei suoi studi universitari verso la metà degli anni ottanta, per essersi truccata minimamente in pieno centro a Roma: “Possiamo definire gli stereotipi come una sorta di facilitazione della conoscenza senza approfondimento. Si parla spesso di stereotipi quali etichette in riferimento a persone, categorie, bloccando, nel tempo e nello spazio, quasi sempre in negativo, determinate convinzioni. Noi transessuali abbiamo visto accollarci diversi stereotipi che non ci hanno permesso di poter vivere una vita reale e piena. Personalmente davo per scontato che le trans fossero tutte sui marciapiedi e quando ne ho trovato una che faceva la cassiera in un supermercato vicino casa pur conoscendola, non l’ho riconosciuta, perché avendo ricevuto l’influenza della società stessa, ero convinta che lì non potesse stare. Si tratta quindi della difficoltà nel vedere la realtà, accettarla e riconoscerla nella sua completezza“.
Daniele Fronteddu