Industriali caseari. La protesta dei pastori ha costretto Regione, Governo e Banco di Sardegna a ipotizzare stanziamenti per 49 mln di euro. Nonostante questo, Assolatte continua pervicacemente ad insistere su proposte unilaterali e offensive: 70 cent al litro di latte che devono essere respinte.
Allo stesso modo Sinistra Sarda stigmatizza le posizioni opache ambigue del ministro Salvini che utilizza la rivolta del latte per fini elettoralistici con semplificazioni come quella dello svuotamento dei magazzini.
I suoi primi atti sono stati un fallimento. Eppure il governo se solo volesse potrebbe piegare gli industriali caseari. Sinistra Sarda e Vindice Lecis ribadiscono nel corso di due incontri elettorali a Siniscola e Bitti che occorre:
«avviare una vera e propria contrattazione collettiva che metta al riparo i pastori da angherie e prepotenze ma che gestisca in modo serio e rigoroso la produzione. La Regione deve fungere un ruolo di supervisione e garanzia sulla concertazione tra industriali, cooperative ed enti di controllo oltre che le organizzazioni professionali in modo da: ridurre le produzioni e diversificarle uscendo dalla monocultura produttiva del pecorino romano dop finalizzato in modo preponderante al mercato americano; investire nella ricerca per nuovi prodotti;
ritirare dal mercato subito almeno ventimila quintali di prodotto da consegnare alle persone meno abbienti; impedire che i trasformatori acquistino più latte del necessario per riversare l’Eccedenza nel mercato e imponendo ai produttori di svendere il latte; investire nella formazione per allevatori e pastori»