Ormai sono tutti in mobilitazione, dura, determinata e ad oltranza fino al raggiungimento dell’obiettivo: aumentare il prezzo del latte
Tavolo latte. Il mondo della trasformazione scricchiola davanti al forte pressing che arriva da tutto il mondo produttivo sardo, che vede schierato dalla propria parte anche le cooperative.
“Già da domani – annuncia Coldiretti Sardegna – stiamo preparando azioni concrete per riportare maggior equilibrio e distribuzione lungo tutta la filiera, non possiamo restare in queste condizioni”.
Dopo la chiusura del tavolo, aggiornato a mercoledì prossimo, su richiesta degli industriali caseari che hanno chiesto un supplemento di tempo prima di decidere di rivedere il prezzo rispetto ai 60 centesimi a litro di latte, finora proposti e praticati, associazioni, cooperative e movimenti si sono confrontati con i diversi pastori che hanno presidiato il palazzo dell’assessorato all’agricoltura dove si è tenuto la riunione del tavolo sul latte.
“Crediamo che sia praticabile la strada di rivedere il prezzo del latte – afferma il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu -. Per la prima volta gli industriali caseari aprono alla possibilità di rivedere il prezzo, adesso però vogliamo atti concreti per questo continuerà la nostra pressione, faremo sentire la rabbia e l’esasperazione che si sta vivendo negli ovili”.
“E’ da tre mesi che spieghiamo che con questa remunerazione si faranno chiudere gli ovili – spiega il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba -, per questo abbiamo chiesto di fare squadra, di ragionare da filiera e stringere tutti sacrifici per superare questo momento. E’ l’unica strada praticabile per mostrarci uniti, dare segnali incoraggianti al mercato”.
“Non può prevalere sempre l’egoismo la strada semplice di scaricare solo sui pastori i costi della crisi – aggiunge Cualbu -. Il prezzo proposto è inaccettabile. Gli ovili sono una polveriera, la tensione è altissima ed incontrollabile e quanto sta avvenendo sta a dimostrarlo. Siamo persuasi che una mediazione si possa trovare e che possa permettere al mercato di sbloccarsi. Ma ora spetta agli industriali farlo”.
“Se questi pochi giorni non porteranno a nulla – chiosano il presidente e direttore di Coldiretti Sardegna – percorrere tutte le strade per denunciare questa situazione che sta strozzando i pastori. Siamo pronti per mettere in atto una serie di iniziative in tutta la Sardegna”.