A Ravenna sala gremita per il convegno dell’Fsp Polizia con Tony Capuozzo che avverte: “Pericolo pienamente attuale”. Mazzetti: “Per sconfiggerlo serve coesione politica e collaborazione fra Paesi”.
Il terrorismo è e resta un pericolo incombente per il nostro Paese che, nonostante sia fino ad oggi rimasto indenne dai sanguinosi attacchi che hanno funestato l’Europa, non può e non deve abbassare la guardia e anzi, deve investire e puntare più che mai sul rafforzamento di organi e misure deputate a combatterlo, a prevenirlo e sconfiggerlo. Puntare, soprattutto, sulla maggior formazione possibile delle Forze di Polizia che hanno in mano le redini della sicurezza del Paese. E’ questa la sintesi di quanto emerso al convegno organizzato a Ravenna dall’Fsp Polizia di Stato, Federazione sindacale di Polizia, che non a caso ha scelto proprio il terrorismo come tematica su cui incentrare la giornata di studio, valida come aggiornamento professionale per gli oltre cento poliziotti presenti.
E l’importanza della formazione sulla più attuale minaccia dei nostri giorni è stata sottolineata dai rappresentanti dell’Fsp presenti, a partire dal Segretario provinciale, Caterina Durante, che ha introdotto il convegno, passando dal Segretario Nazionale, Gianni Pollastri, che lo ha moderato, fino al Segretario Generale, Valter Mazzetti il quale, nel suo intervento, ha voluto rimarcare anche la fondamentale importanza di un’azione forte e coesa contro il terrorismo all’interno dei confini nazionali ma anche al di fuori di essi: <<La tenuta e l’efficienza dell’intero sistema contro un nemico comune passa per la salda unità d’intenti di chi lo governa a tutti i livelli. La sicurezza – ha detto il leader dell’Fsp Polizia – è e deve restare un patrimonio intoccabile del Paese e dei cittadini, e non può tollerare di essere strumentalizzato ai fini della contrapposizione di ideologie politiche. E’ ora che la politica si assuma le proprie responsabilità perché garantire la sicurezza non può ricadere sulle sole spalle, sulla sola professionalità e sul solo ‘volontariato’ dei lavoratori in uniforme. Non c’è alcun dubbio che la migliore arma per fronteggiare ogni forma di terrorismo è quella della coesione politica, di un migliore scambio di informazioni tra le intelligence dei vari paesi e di una legislazione europea più omogenea>>.
E il valore dello scambio di conoscenze in materie come quella di terrorismo è stato sottolineato anche da Tony Capuozzo, giornalista e scrittore, il cui intervento ha impreziosito il convegno dell’Fsp. Partendo dalla presentazione del suo libro “La culla del terrore”, il famoso inviato di guerra ha potuto esporre nella Sala stampa della Questura di Ravenna letteralmente gremita, messa a disposizione dal Questore Rosario Russo, una vasta esperienza in materia di terrorismo internazionale accumulata sul campo. Una conoscenza del fenomeno che ha consentito a Capuozzo di fornire una testimonianza diretta rispetto al terrorismo islamista, di cui è stato possibile intravedere la fisionomia con descrizioni vivide e concrete, al fine di saper meglio identificare e distinguere la “parte buona di quell’islamismo cultore della propria fede, da quelle manifestazioni di fanatismo che sono alla base di una minaccia ancora terribilmente attuale”. Una minaccia rispetto a cui, ha rimarcato Capuozzo, “nessuno può dirsi al sicuro per sempre”.