Riflettori puntati sull’eclettica artista – nota al grande pubblico per il personaggio della “mitica” signorina Silvani nella saga incentrata sulle disavventure del ragionier Fantozzi, accanto a Paolo Villaggio (per cui ha vinto il Nastro d’Argento come miglior attrice non protagonista) – con all’attivo un’intensa carriera sul palcoscenico, tra testi classici e contemporanei oltre alle incursioni davanti alla macchina da presa – dall’esordio con “Pronto… c’è una certa Giuliana per te” di Massimo Franciosa fino a “Poveri ma ricchissimi” di Fausto Brizzi, passando per “Il bestione” e “Tre tigri contro tre tigri” di Sergio Corbucci e la serie fantozziana, un “Frankenstein all’italiana” e “Fracchia, la belva umana” ma anche “Il… Belpaese” di Luciano Salce. In televisione è stata la professoressa del varietà “Scuola serale per aspiranti italiani”, ospite di Corrado a “Gran Canal”, ha partecipato a “Grand Hotel” su Canale 5 e ha condotto “Beato tra le donne” con Enrico Papi.
Fin dal titolo “Nuda e Cruda” – nel nuovo allestimento firmato E20inscena, con musiche eseguite da Sasà Calabrese al pianoforte e alla chitarra e Andrea De Martino al violino, per la regia di Livio Galassi – svela l’intento dell’attrice di mostrarsi senza maschera, in tutte le sfaccettature della sua ricca e esuberante personalità, con i dubbi, le incertezze e la fragilità ma anche un’arma straordinaria come l’autoironia, forte della sua bellezza “atipica” e di un carattere ribelle alle regole e alle convenzioni, fiera di essere considerata un’icona del mondo gay nonché autrice di testi come il recentissimo “Belvedere” su un immaginario felliniano e sensibilità al femminile fra trasgressione e diversità.
Una donna in scena, un’anima senza veli – “Nuda e Cruda” – che si confronta con il suo pubblico, si racconta tra aneddoti curiosi e grotteschi, frammenti teatrali, monologhi e canzoni, sfogliando l’album dei ricordi, tra un omaggio a Anna Magnani, la splendida “Nannarella”, che diventa gioco metateatrale sulla falsariga de “La voix humaine” di Jean Cocteau e spunti di riflessione sui drammi del presente – dalla violenza sulle donne alla tragedia dei femminicidi con “Sora Matì” sulla storia di Melania Rea. Straordinaria caratterista per il grande schermo, Anna Mazzamauro è un’attrice poliedrica, capace di interpretare commedie classiche e moderne – dall’ “Anconitana” di Angelo Beolco detto il Ruzante a “La Locandiera” di Carlo Goldoni passando per la “Lisistrata” di Aristofane, da “La strana coppia” di Neil Simon alla cattivissima “Divina” di Jean Robert-Charrier sul tramonto di una star della televisione e i retroscena dello show business.
Tra le sfide più ardue la mise en scène – fortunatissima e apprezzata anche dal pubblico isolano – del “Cyrano de Bergerac” di Edmond Rostand: un’inedita versione del capolavoro del drammaturgo francese, incentrata sulla figura dell’eccellente e scontroso spadaccino, autore di versi e ironici calembours, in cui lei stessa indossava i panni – e l’inconfondibile “naso” – dell’ardimentoso maestro d’armi e poeta, disposto a sacrificarsi e perfino a morire per amore.
Attrice per vocazione, capocomica e autrice di testi teatrali – Anna Mazzamauro in “Nuda e Cruda” rivive insieme agli spettatori alcuni momenti cruciali, tra cui il provino che avrebbe dato origine alla “sua” signorina Silvani, descritto con accenti divertiti e pungente umorismo: l’artista mette l’accento sugli stereotipi dell’estetica cinematografica e sui canoni della bellezza, in una prefigurazione della civiltà dell’apparire. Tra i difetti del cinema e specialmente della commedia all’italiana – con rare ma significative eccezioni – l’abitudine di imprigionare gli interpreti nei ruoli in cui hanno ottenuto successo, nell’assurda e alquanto ingenua presunzione che gli spettatori non sappiano di distinguere l’attore dal personaggio, costruendo così dei clichés che limitano la libertà d’espressione. L’attrice mette in risalto in chiave tragicomica le difficoltà di un’artista nel sottrarsi all’implicito condizionamento e all’identificazione con la sua invadente alter ego, insolita “vamp” suo malgrado nelle fantasie fantozziane – e del resto la decima musa segue le regole del “mercato” e indulge alle semplificazioni – a dispetto dell’evidenza, dal momento che l’arte della recitazione e la bravura non si misurano né dall’avvenenza né dall’armonia di un volto. E la magia del teatro sta proprio nel potersi trasformare e assumere di volta in volta il temperamento e le qualità – positive e negative – dei personaggi in un meraviglioso gioco di cui gli stessi spettatori sono “complici” e partecipi, consapevoli che solo attraverso l’artificio si può giungere alla verità.
“Nuda e Cruda” – quindi sincera e diretta – la protagonista si muove ai confini tra realtà e finzione, narra di sé e della sua esistenza, dà voce ai pensieri, ai ricordi dolci e amari, alternandosi ai personaggi veri e inventati che abitano sulla scena – tra inattese visioni mistiche e maliziosi versi in romanesco, note struggenti e amori sfortunati : Anna Mazzamauro – vincitrice dei premi “Charlot” e “Queen of Comedy” – continua ad affascinare il pubblico con una performance avvincente, con la sua abilità camaleontica e la capacità di toccare le corde della mente e del cuore – per far sorridere e pensare.
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