Il giorno 20 marzo causa lo sciopero dei lavoratori della ditta che fornisce i pasti agli alunni delle scuole di Ariccia, alcuni bambini sono rimasti senza pranzo ed i genitori in fretta e furia si sono dovuti organizzare per riprenderli dalle rispettive scuole per potergli così garantire il pasto di mezzogiorno.
Interviene sullo sconcertante episodio il responsabile provinciale romano del movimento Italia dei Diritti Carlo Spinelli:” E’ inaudito che bambini di 6,7,8 anni vengano lasciati a digiuno per una controversia che riguarda gli operatori della mensa scolastica ed il proprio datore di lavoro soprattutto poi se, nonostante lo sciopero indetto par la giornata in questione, il pasto fosse stato comunque garantito.
Infatti per il 20 marzo – prosegue Carlo Spinelli – era prevista la sostituzione del pasto usuale con la fornitura di due panini, un frutto ed una bottiglietta di acqua per i bambini che usufruiscono del servizio mensa dietro comunque il pagamento dei soliti 4 euro e 30 tramite la consegna del buono mensa.
Ebbene per il secondo turno della mensa questi panini non sono arrivati ed i bambini si sono trovati, loro malgrado, senza pasto. Con un giro di messaggi tramite i gruppi whatsApp i genitori sono stati avvertiti dell’inconveniente e in tutta fretta ( almeno coloro che hanno potuto ) si sono dovuti organizzare per andare a riprenderli nelle rispettive scuole ed evitare così che i malcapitati bambini saltassero il pranzo.
L’azienda che gestisce il servizio mensa ha garantito che il pasto verrà recuperato, ma non è certo questo il problema, il fatto grave è che bambini delle scuole elementari sono rimasti senza mangiare e all’interno delle sale mensa comunque la situazione si stava facendo problematica in quanto i bambini stessi quando hanno visto che il pasto non arrivava hanno iniziato ad innervosirsi”.
Ma a cosa è dovuto lo sciopero che ha visto protagonisti i lavoratori della ditta A.L.A. service che gestisce il servizio mensa per le scuole di Ariccia? “Questo sciopero è stato indetto dalle organizzazioni sindacali – continua Spinelli – per il mancato pagamento degli stipendi che si protrae dal mese di Gennaio ( qualcuno deve ancora prendere parte delle retribuzioni del 2018 ) quindi stanno rivendicando un loro sacrosanto diritto; la ditta A.L.A. si giustifica con il mancato pagamento, da parte di alcuni utenti, di quanto dovuto per la fornitura del servizio di mensa scolastica per i bambini, un danno che l’azienda valuta in una perdita di denaro di circa 140 mila euro negli otto anni di servizio che vanno dal 2011 ad oggi.
E qui – va avanti ancora l’esponente IDD – si torna a parlare di un tema tanto caro al movimento del quale faccio parte e cioè l’inserimento di una clausola all’interno dei contratti di appalto che prevede la rescissione automatica degli stessi nel caso in cui le ditte appaltatrici si rendano inadempienti verso i propri dipendenti da almeno tre mesi, in più in sede di gara, tra i requisiti necessari, va accertata anche una certa solidità economica delle ditte partecipanti in modo che possano garantire comunque gli stipendi ai propri lavoratori anche in caso di ritardati o mancati pagamenti da parte degli enti locali o chi per essi.
E come si vuole far fronte a questo problema? Estromettendo dalla mensa scolastica quei bambini i cui genitori non pagano il servizio di ristorazione. Questo è quanto sembra vogliano fare quelli della A.L.A. service almeno a giudicare da una lettera che la stessa ditta ha fatto pervenire al Sindaco di Ariccia, all’assessore di riferimento, al dirigente area tecnica del comune e alla dirigente scolastica.
A primo acchito si potrebbe dire che è normale – continua Spinelli – non paghi e quindi non mangi, ma pensandoci bene mi domando quanto sia giusto far pagare a dei bambini di 6 anni o giù di li le colpe degli adulti. Il pasto credo che vada comunque garantito anche perché estromettere un bambino dalla mensa creerebbe comunque una discriminante che potrebbe poi portare a prese in giro da parte degli altri bambini nei confronti del bambino stesso o ad una esclusione nei rapporti sociali tra bambini innescando dei veri o propri atti di bullismo pericolosissimi a queste età.
Quindi i bambini comunque devono essere trattati allo stesso modo, casomai poi l’azienda si dovrà far carico di inviare tramite raccomandata a/r l’avviso ai genitori inadempienti del mancato pagamento del servizio mensa, quantificare il costo dello stesso e chiederne il pagamento entro una data di scadenza, passata la quale l’azienda stessa potrà ricorrere nelle opportune sedi per la riscossione delle somme dovute. Far pagare quindi chi veramente ha colpa non dei bambini innocenti.
Un’ultima considerazione – prosegue Carlo Spinelli – voglio farla sulle cifre del danno economico subito dalla ditta; si parla di 140 mila euro negli otto anni di servizio ( il problema si sarebbe dovuto risolvere prima ) quindi circa 17.500 euro l’anno e cioè considerando l’anno scolastico, 2.000 euro al mese. Ebbene – conclude Spinelli – un mancato introito di 2.000 euro al mese può bloccare, in un azienda a cui viene affidato un appalto così importante, il pagamento degli stipendi ai propri dipendenti”?