Gian Maria Bernardoni, padre gesuita e architetto, progettista e costruttore di talento, visse e lavorò in Sardegna, dal 1578-1583, a lui si devono la progettazione del Collegio di Santa Croce, a Cagliari e quella del Collegio gesuitico di Iglesias, ma fu attivo anche nei cantieri dell’Ordine di Busachi e di Sassari.
Nonostante le sue opere architettoniche caratterizzino ancora oggi il paesaggio urbano di alcune città sarde, la memoria storica di Gian Maria Bernardoni, è andata persa in Sardegna ma è ben viva e valorizzata in Bielorussia, nei cui attuali territori, si trasferì immediatamente dopo il soggiorno sardo e dove rimase 13 anni, divenendo autore alle origini di un importante progetto a 120 km da Minsk capitale bielorussa – dichiarato nel 2005 Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, (il Complesso storico-museale del Castello di Nesvizh).
Allo scopo di rivalutare anche l’esperienza sarda dell’Architetto Bernardoni, gli scorsi 14, 15 e 16 febbraio a Brest, Minsk e Nesvizh, importanti appuntamenti culturali sono stati dedicati a questo vero e proprio “uomo-ponte” che collega idealmente occidente e oriente, Sardegna e Belarus: antico, autentico simbolo di un rapporto che oggi è forte ed intenso, in molti settori di reciproco interesse.
Un insieme di iniziative che ha compreso una mostra fotografica dedicata all’opera del Bernardoni in Sardegna, una parte seminariale internazionale con la partecipazione dello Storico dell’arte Giorgio Pellegrini e la proiezione di una serie di documentari dedicati alla Sardegna.
Il 14 a Brest e il 15 a Minsk, il Prof. Pellegrini ha tenuto due lezioni su Bernardoni per gli studenti dei corsi di marketing turistico delle rispettive Università e degli allievi dei corsi di formazione professionale di Manager turistico organizzato dall’Ente di formazione “Sardegna Global” di Minsk nell’ambito dei progetti di cooperazione sostenuti dalla Sardegna attraverso la LR 19/96.
A Nesvizh il 16 febbraio è seguito invece il seminario dedicato all’architetto Bernardoni. Nella Sala dei ricevimenti del complesso storico-museale del Castello di Nesvizh, (Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco), il cui primo nucleo fu opera dell’architetto gesuita, subito dopo il suo arrivo dalla Sardegna, il Prof. Pellegrini, ha sintetizzato l’esperienza sarda del Bernardoni, che proprio nella nostra Isola (Cagliari, Iglesias, Busachi, Sassari) acquisisce e matura esperienza e tecnica che saranno alla base della sua opera in quei territori, oggi appartenenti al moderno stato bielorusso, ma allora governati dai polacco-lituani Principi Radziwiłł. Fu grazie al loro generoso mecenatismo che il Bernardoni poté metter a frutto il mestiere acquisito in Sardegna, dove giunse quale umile e abile padre muratore per trasformarsi in talentuoso architetto.
Quest’uomo dunque, simbolo di un rapporto antico tra Sardegna e Belarus, sarà al centro di nuove, prossime iniziative che coinvolgeranno esperti e studiosi sardi e bielorussi, toccando Nesvizh, Cracovia e Cagliari, tre città fondamentali nella sua opera, con un percorso finalizzato alla riscoperta di questo architetto, capace di unire, con il proprio talento, terre che quattro secoli fa apparivano tra loro remote e irraggiungibili.
Una preziosa occasione che consentirà di far scoprire, le opere architettoniche di Giovanni Maria Bernardoni in Sardegna, eredità del periodo vissuto nell’Isola, al grande pubblico dell’Europa Orientale, dove l’architetto gesuita è molto conosciuto grazie all’inestimabile valore del suo lavoro in territorio bielorusso e polacco.
Una splendida occasione di valorizzazione culturale e artistica e di promozione territoriale.
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