Tra poco più di due mesi la città è chiamata al voto. Sarà quella l’occasione per esprimere un giudizio sul disastroso operato della coalizione guidata dal Partito Democratico, ma che ha visto lo stesso partito essere il maggior oppositore del Sindaco Sanna, con tutto ciò che ne è conseguito.
Le lotte intestine per l’occupazione del potere, hanno condizionato e minato questi 5 anni di governo di centro-sinistra, ingessando di fatto lo sviluppo di un intero territorio.
Sassari è la città guida della “Rete Metropolitana”. Ruolo che però, purtroppo, non è stata in grado di assolvere, determinando perdita di competitività e sviluppo di tutto il Nord Ovest della Sardegna.
L’esperienza vissuta dal Sindaco Nicola Sanna dovrebbe far riflettere tutti, anche a chi si propone come l’alternativa alla coalizione uscente. Sanna ha vinto ma non ha governato, a dimostrazione la vittoria da sola non può essere considerata quel collante che occorre per realizzare un progetto di governo che si rispetti.
Per dare le giuste risposte ad una comunità serve altro…molto altro, a partire da un’idea condivisa di programmazione e sviluppo per Sassari e per tutto ciò che la città rappresenta. Oltre, poi, chiaramente, all’individuazione di una figura che sappia unire le varie sensibilità presenti in una aggregazione politica eterogenea e pluralista.
È evidente che una persona con queste caratteristiche, non può derivare da un’autocandidatura individuale, ne, tanto meno, essere il frutto di un’imposizione di tal’uno o tal’altro personaggio politico, ma, viceversa, essere il frutto di valutazioni su una personalità di alto valore morale, con riconosciute capacità politiche aggreganti, che emerga da un serio e articolato dibattito svolto tra le varie forze che hanno partecipato e vinte le ultime elezioni regionali.
Per la scelta dell’indicato alla carica di Sindaco di Sassari, il modello da applicare dovrebbe essere lo stesso che ci ha consentito eleggere Christian Solinas alla Presidenza della Regione Sardegna. Modello che preveda:
- L’istituzione di un tavolo politico che stabilisca i confini della coalizione,
- La definizione di una piattaforma programmatica che individui priorità e tempistiche sulle questioni più urgenti da affrontare,
- La regolamentazione dei rapporti tra le varie forze che sostengono il progetto,
- L’individuazione dei criteri e delle caratteristiche ideali della personalità che dovrà guidare la coalizione.
Solamente dopo aver chiarito e trovato l’accordo sul programma e sui metodi di governo, si può rendere pubblico il nome del Leader prescelto. Il tutto al fine di evitare pericolose e deleterie fughe in avanti di qualche singolo, che magari ha in testa un’idea di governo basata sull’esaltazione della persona piuttosto che sulla valorizzazione di un progetto condiviso e di lunga durata. Questo tipo di percorso sarebbe la garanzia che ci consentirebbe di evitare le crisi, le incomprensioni, l’inoperosità e le esperienze fallimentari della Giunta uscente, che sono ancora sotto gli occhi di tutti.
Il Segretario Politico
Gian Carlo Acciaro