«Chi pagherà le ore di lavoro perse dai tecnici? Migliaia di tecnici stanno perdendo intere giornate dietro questo sistema non funziona – dice la coordinatrice della Rete Patrizia Sini (Architetti) –. Ma anche se funzionasse correttamente e riuscisse a gestire la mole di lavoro per cui è stata programmata, sarebbe in ogni caso un passo indietro rispetto al servizio offerto sino allo scorso 11 marzo».
Il problema, già evidenziato da RPT in una lettera indirizzata agli uffici regionali la scorsa settimana, sta anche nell’impossibilità di lavorare offline. «Essere costretti a rimanere in linea per tutta la durata della procedura di caricamento – spiega ancora la Sini – porta a due risultati negativi: in primo luogo ogni disconnessione, sia essa dovuta al sovraccarico del sistema o ad una connessione debole (ad esempio se si lavora in mobilità), causa la perdita dei dati e quindi è necessario ricominciare da capo; in secondo luogo costringe a lavorare una sola pratica per volta, una limitazione tanto più importante quanto più è grande lo studio professionale».
La precedente versione della piattaforma consentiva di connettersi per il caricamento di file PDF compilati precedentemente, file dunque che potevano essere creati in locale, anche dai collaboratori, per poi essere revisionati e caricati dal firmatario della pratica. «L’intento della RAS, assolutamente condivisibile, è ottenere dati già digitalizzati e non doverli estrarre manualmente dai singoli file – riprende la coordinatrice –, ma questo risultato è ottenibile anche in altro modo, ad esempio rilasciando un applicativo in grado di funzionare offline e preparare un file adatto al caricamento, e in ogni caso non può pregiudicare la funzionalità del sistema».