Da Valdettaro le vele storiche della Marina Militare
Lo Sport Velico della Marina Militare (SVMM) “entra” in cantiere. Non era mai accaduto che quattro tra le più storiche e importanti imbarcazioni a vela in legno della Marina Militare si trovassero contemporaneamente in uno stesso cantiere per essere sottoposte ad una serie di lavori di manutenzione in previsione dell’inizio della prossima stagione estiva di regate. È accaduto all’inizio del 2019 presso il Cantiere Valdettaro di Le Grazie, borgo ligure nel golfo di La Spezia a poca distanza da Portovenere. A questo storico cantiere, fondato nel 1917 e presieduto dall’ex campione di vela Ugo Vanelo, sono state affidate Artica II del 1956, Capricia del 1963, Chaplin del 1974 e Gemini del 1983.
Tutti scafi realizzati in legno, con varie tecniche di costruzione, sui quali nel corso degli anni si sono avvicendati e addestrati migliaia di allievi, parte dei quali sono poi diventati i futuri comandanti delle cosiddette ‘navi grigie’. Grazie all’esperienza delle maestranze di Valdettaro, dirette dal Capo Cantiere Davide Gazzarini, le barche scuola torneranno a confrontarsi in regata in occasione dei prossimi raduni e competizioni di vele d’epoca del Mediterraneo.
Capricia, il dono dell’avvocato Agnelli alla Marina Militare
Ha da poco festeggiato i 25 anni da quando nel 1993 l’avvocato e Senatore Giovanni Agnelli, proprietario della Fiat e della Juventus, la donò alla Marina Militare. Capricia è il disegno numero 1665 del famoso studio di progettazione newyorchese Sparkman & Stephens. La barca, lunga 22,54 metri, è stata varata nel 1963 presso il cantiere svedese Bengt – Plym di Saltsjöbaden con lo scopo di competere nelle regate d’altura secondo la formula del RORC, allora in vigore. Il fasciame dello scafo è in mogano, su struttura in quercia bianca, con la coperta in teak e gli alberi in spruce canadese verniciato di bianco. Il motore, un General Motors da 160 cavalli originale dell’epoca, ha un suo nome, ‘Caterina’, con tanto di targhetta apposta sul propulsore. L’armo velico è a yawl bermudiano e può esporre al vento una superficie velica di oltre 250 metri quadrati. Capricia si classificò prima in tempo reale alla regata del Fastnet del 1963. Nel 1971 venne acquistata dalla famiglia Agnelli, che commissionò alcune modifiche degli interni, compresa la realizzazione di un bagno con una grande vasca. Dal momento della donazione, Capricia non ha mai smesso di compiere campagne di istruzione a favore degli aspiranti guardiamarina e degli allievi dell’Accademia Navale di Livorno. Oggi naviga al comando del Capitano di Fregata Giuseppe Parrini.
I lavori su Capricia: dalla rinvergatura al rifacimento della coperta
Capricia ha partecipato a numerosi raduni di vele d’epoca, da Imperia a Napoli, da Gaeta a La Spezia, da Cannes a Viareggio con a bordo anche i giovani di età compresa tra i 18 e i 25 anni appartenenti alla Sail Training Association Italia, il sodalizio fondato nel 1996 con lo scopo di diffondere la pratica della navigazione a vela a bordo dei grandi velieri e delle imbarcazioni tradizionali. Nel 2018 è entrata al cantiere Valdettaro per eseguire una serie di lavori di rinvergatura dello scafo. In quella occasione sono state inserite tra le tavole di mogano oltre 400 metri lineari di listelli di legno che garantiranno la tenuta stagna dell’imbarcazione per gli anni a venire. Una volta messo in sicurezza lo sbalzo di poppa ed eseguita la staggiatura (livellamento e omogeneizzazione delle superfici) si è proceduto alla posa di 14 mani di vernice monocomponente Epifanes trasparente, applicata a pennello, che risalta la bellezza del legno a vista. In questi primi mesi del 2019 è previsto lo smantellamento della coperta, la revisione dei bagli e la realizzazione di un nuovo ponte composto da uno strato di compensato marino sul quale verranno posati 56 metri quadrati di doghe di teak, per uno spessore complessivo di circa 40 millimetri.
Artica II, la vincitrice della Torbay-Lisbona
Artica II, yawl bermudiano lungo 12,94 metri, è stato varato nel 1956 presso il cantiere ligure Sangermani su progetto dello yacht designer inglese John J. Illingworth. Nello stesso anno del varo si è aggiudicata la regata Torbay-Lisbona, 800 miglia dal sud dell’Inghilterra fino in Portogallo, corsa in occasione delle prime regate internazionali dei velieri organizzate dalla neonata Sail Training Association. È proprio da questo evento che nel corso dei decenni successivi si sono sviluppate le competizioni tra le ‘tall ships’ in ogni parte del mondo. Al timone di Artica II si sono avvicendati numerosi alti ufficiali della Marina Militare, tra i quali Mario Bini, Giovanni Iannucci, Giancarlo Basile e Piero Carpani, che hanno contribuito a fare ben figurare il piccolo yawl in occasione delle tante regate alle quali ha partecipato. Tra i lavori compiuti su Artica II, entrata in cantiere a gennaio 2019, la riparazione di piccole marcescenze e la riverniciatura integrale dell’opera morta che ha previsto la posa di primer, stucco, fondo e di 3 mani di vernice bianca bicomponente lucida. In pozzetto invece si è provveduto al ripristino dei rivestimenti in mogano. Oggi l’imbarcazione fa base presso la Sezione Velica della Marina Militare di La Spezia, presieduta dal Capitano di Vascello Silverio D’Arco.
Gemini, un progetto del “papà” di Azzurra
Gemini è uno sloop bermudiano costruito in legno lamellare, varato il 24 maggio 1983 presso il cantiere navale De Cesari di Milano Marittima su progetto dell’architetto romano Andrea Vallicelli, professore ordinario di Disegno Industriale presso la Facoltà di Architettura di Pescara e insegnante al Master in Yacht Design del Politecnico di Milano. Vallicelli è stato il “papà” delle imbarcazioni italiane sfidanti all’America’s Cup, Azzurra 1 (1982), Azzurra 2 (1985) e Azzurra 3 (1986). Per la Marina Militare ha anche progettato il ketch di 28 metri Orsa Maggiore, varato nel 1994, autore di due giri del mondo a vela. Il connubio con De Cesari ha permesso di realizzare in un quarto di secolo più di 20 imbarcazioni sulle oltre 350 varate dal cantiere a partire dalla fondazione avvenuta nel 1947. Tra queste le barche a vela per la Marina Militare Bellatrix, Aldebaran, Altair, Castore e Polluce.
Le vittorie di Gemini … con la ‘g’ minuscola
Gemini, in particolare, è lunga 13,70 metri, larga 3,48 metri, ha un pescaggio di 2,54 metri e un dislocamento di circa 12 tonnellate. Nel 1983, al comando dell’Ammiraglio Mario Di Giovanni, ha stabilito il record in tempo reale della regata della Giraglia (28,5 ore, il precedente record di 29 ore apparteneva dal 1966 alla Stella Polare, sempre della Marina Militare) e vinto sia il Campionato del Mediterraneo che la Copa del Rey a Palma di Maiorca, in Spagna, precedendo il Bribon IV di Re Juan Carlos. Nel 1984 ha partecipato alle regate del SORC in Florida (2^ di classe e decima classificata su 180 partecipanti), dove è tornata nel 1985. Dal 1997 è stata trasferita presso il Porto Mediceo di Livorno a disposizione degli allievi dell’Accademia Navale. Gemini è entrata al cantiere Valdettaro nel gennaio 2019 per essere sottoposta a una serie di piccole riparazioni. Il fasciame si presentava comunque in ottimo stato di conservazione. L’intervento finale riguarderà la verniciatura, con il ripristino del colore azzurro ‘sport velico’, così com’era in passato. Tornerà anche la scritta originale ‘gemini’, con la ‘g’ minuscola, caratteristica che ha sempre contraddistinto l’imbarcazione sia in occasione del varo che durante la sua partecipazione alle regate. Oggi Gemini naviga al comando del Capitano di Fregata Angelo Bianchi, Capo Ufficio Supporto dell’Accademia Navale di Livorno nonché ex comandante di Caroly e Stella Polare.
Chaplin, uno Sciarrelli nell’Albo d’Oro del Panerai Classic
Chaplin, cutter bermudiano lungo 16,75 metri, è stato varato nel 1974 dal cantiere ligure Sangermani su disegni del progettista triestino Carlo Sciarrelli, il più importante yacht designer italiano di barche classiche scomparso nel 2006. Dal 1975 al 1977 il cutter si è classificato al sedicesimo posto e due volte quarto alla Giraglia, regata poi vinta nel 1989. Ha ottenuto vittorie di classe a Le Vele d’Epoca di Imperia nel 2002, 2004 e 2006 nella categoria Yacht Classici. L’11 gennaio del 2008 è stata donata dalla famiglia genovese Novi, da sempre sua proprietaria, alla Marina Militare Italiana. In occasione della visita compiuta da Barche d’Epoca e Classiche al cantiere Valdettaro lo stesso Giovanni Novi, Cavaliere del Lavoro nonché ex presidente dello Yacht Club Italiano e fondatore firmatario nel 1996 della Sail Training Association Italia, ha potuto constatare con quanta attenzione la Marina continui a mantenere in perfetta efficienza il suo ex yacht. Ma la vittoria più importante conseguita da Chaplin risale al 2009. In quell’anno il cutter partecipò alla quinta edizione del Panerai Classic Yachts Challenge (PCYC), il circuito internazionale riservato alle imbarcazioni a vela d’epoca e classiche. La barca prese parte ai raduni di Antibes, Napoli, Porto Rotondo e Cannes, oltre ad altri eventi fuori circuito (La Spezia, Marciana Marina e Montecarlo). Nel settembre dello stesso anno, in occasione dell’ultima tappa francese di Cannes, grazie alle posizioni conquistate in classifica, venne insignita del titolo di vincitrice stagionale nella categoria ‘Classici’ e iscritta nell’Albo d’Oro del Panerai Classic. Nel 2012 la barca ha partecipato alla regata della Giraglia, 241 miglia di mare da St. Tropez a Sanremo dopo avere scapolato lo scoglio della Giraglia, a nord della Corsica.
I lavori su Chaplin
Presso il cantiere Valdettaro Chaplin è stata sottoposta a lavori di carenaggio, lucidatura dello scafo oltre alla fornitura e messa in opera di un nuovo pagliolato in legno di faggio filettato paduk, essenza legnosa di colore rossastro di provenienza africana. Anche Chaplin navigherà al comando del CF Angelo Bianchi.