Grazie alla consolidata regia degli organizzatori Antonio Sala e Beppe Bosa, Bailey vivrà tutti i giorni fianco a fianco con allenatori e camperini, sia dentro che fuori dal campo di gioco. In particolare quest’anno ci sarà per tutti, soprattutto per i più grandi, la possibilità di svolgere un lavoro di alta specializzazione tecnica con chi per anni ha calcato i parquet più famosi al mondo contro avversari del calibro di Micheal Jordan, Magic Johnson e Larry Bird.
Non mancheranno i momenti extra campo, in cui il campione americano racconterà cosa vuol dire diventare un professionista e giocare nella lega più famosa del mondo. Ma anche tantissimi aneddoti sugli attuali giocatori NBA, con cui è a contatto quotidianamente facendo parte dello staff degli Utah Jazz e collaborando con l’associazione giocatori (NBPA) all’interno del Rookie Transition Program.
Tutto questo ovviamente in lingua Inglese: un’opportunità per migliorare l’utilizzo di una lingua sempre più importante, nell’ambito dell’iniziativa “Cantù Basket Camp for English”, a cui tutti i camperini prenderanno parte. E come se non bastasse, gli Utah Jazz, da un paio di anni ormai tornati grandi protagonisti del campionato NBA, invieranno gadget e merchandising da distribuire ai partecipanti.
Il “Mountain Basket Camp”, per ragazzi e ragazze nati tra il 2001 e il 2011, organizzato in collaborazione con il Consorzio Turistico Sondrio e Valmalenco, si terrà a Chiesa in Valmalenco e Caspoggio, nella settimana compresa tra domenica 30 giugno e sabato 6 luglio 2019.
Iscrizioni su www.cantubasketcamp.com
Biografia. Nato a Washington nel 1961 Bailey è un’ala/centro che ha disputato da protagonista 12 stagioni in NBA con Utah Jazz e Minnesota Timberwolves. Oggi Thurl, oltre a svolgere in proprio il ruolo di motivational speaker, riveste la carica di ambasciatore degli Utah jazz nel mondo, lavorando inoltre come analista televisivo sia dei Jazz sia della Utah University. Negli anni è stato anche attore e cantautore, recitando in diversi film e componendo alcuni dischi.
Carriera NCAA. Leader della North Carolina State University, di cui è stato miglior realizzatore e rimbalzista nella stagione 1982/83, Thurl ha guidato i Wolfpack di coach Jim Valvano alla vittoria delle Final Four NCAA del 1983. In una finale che ancora oggi viene ricordata come una delle più grandi sorprese di sempre nello sport americano, NC State sconfisse con un canestro all’ultimo secondo i favoritissimi Houston Cougars, squadra in cui militavano due Hall of Famer del calibro di Hakeem Olajuwon e Clyde Drexler. Quel giorno ad Albuquerque Thurl fu il miglior marcatore dei suoi con 15 punti. Nel 2016, a distanza di 33 anni da quell’indimenticato trionfo, l’intera squadra è stata ricevuta alla Casa Bianca e premiata dal Presidente degli Stati Uniti d’America Barack Obama.
Carriera NBA. Nella stessa estate Bailey fu scelto al primo giro (settima scelta assoluta) dagli Utah Jazz, franchigia di cui è stato colonna portante, insieme a John Stockton e Karl Malone, fino al 1991. Nel suo anno da rookie i Jazz raggiunsero per la prima volta i play off, appuntamento che non è mai mancato nelle 9 stagioni di Thurl a Salt Lake City. Nel novembre del 1991 Bailey venne scambiato ai Minnesota Timberwolves, dove trascorse tre stagioni, prima di decidere di varcare l’oceano e provare l’esperienza europea. Fece ritorno a Utah nella stagione 1998/99, al termine della quale decise di ritirarsi definitivamente dal basket giocato. In 12 stagioni NBA, un totale di 928 partite giocate con 12,8 punti e 5,1 rimbalzi di media. Nella stagione 1987/88 conclude la regular season con una media di 20 punti a partita.
Carriera europea. Nel 1994 lascia la NBA per iniziare l’avventura in Europa. Dopo una stagione in Grecia al Panionios, Bailey approda nel 1995 a Cantù, dove trascorre due annate sensazionali sia sotto il profilo personale che di squadra. Nella prima stagione trascina la squadra al ritorno in A1, per poi raggiungere l’anno seguente la finale di Coppa Italia, persa contro la Virtus Bologna dopo aver sconfitto Milano in semifinale, e i quarti di finale dei play off. I 20 punti e 10 rimbalzi di media raccontano solo una piccola parte del ricordo che Bailey ha lasciata in Brianza. Un leader, un trascinatore vero e proprio sul campo, ma anche uomo di grande eleganza e professionalità fuori dal campo. Non può ovviamente mancare il suo nome tra le 80 stelle della storia della Pallacanestro Cantù. L’anno seguente firma per Milano, vincendo anche un titolo di MVP all’All Star Game, prima di fare definitivamente ritorno in NBA per la sua ultima stagione.va pertura