I segnali c’erano già nei primi giorni di Pontificato. Il coraggio e il parlar chiaro di Bergoglio già si conoscevano, ma nessuno avrebbe immaginato l’incredibile che sta per accadere. Papa Francesco non si limita a voler rinnovare la Chiesa riportandola all’originalità e alla coerenza del messaggio evangelico, ma sta cercando di cambiare il mondo nella maniera in cui Gesù Cristo ha insegnato. A livello religioso il suo viaggio in Marocco ha consolidato l’alleanza tra popoli e credenti cristiani e musulmani. Come mai nella storia, la Croce e la Mezzaluna sono unite per isolare e disarmare i fondamentalisti. Superato il conflitto di civiltà, cristiani e musulmani stanno costruendo un mondo di pace duratura. In un’intervista alla Tv spagnola Papa Francesco ha reso ancora più chiare le sue idee su come migliorare il futuro del mondo. Al giornalista Jordi Evole, molto noto in Spagna per il suo programma televisivo “Salvados”, ha risposto in maniera chiara e ardita. In merito ai Paesi che vendono armi, il Pontefice ha detto: «Le Nazioni che s’impegnano nel negoziare armi e fomentare guerre in altri Paesi non dovrebbero parlare di pace. C’è un “effetto boomerang” – ha precisato – un prezzo da pagare. Se inizi la guerra laggiù, l’avrai anche a casa tua, che tu lo voglia o no…». Alla domanda sulle migrazioni in Europa, il Papa ha citato il libro del “Deuteronomio”: «Il Signore vostro Dio non usa parzialità e non accetta regali, rende giustizia all’orfano e alla vedova, ama il forestiero e gli dà pane e vestito. Amate dunque il forestiero, perché anche voi foste forestieri nella terra d’Egitto». E ha ribadito che l’atto di accogliere i migranti è «un atteggiamento cristiano». Il Pontefice si è detto rattristato nel vedere navi con persone a bordo alle quali viene impedito di scendere: «Non comprendo l’insensibilità verso i migranti che affrontano l’ingiustizia della guerra, della fame e dello sfruttamento». Con riferimento ad alcuni Paesi europei che ostacolano o respingono i migranti, il Papa ha spiegato: «Il grande problema dell’Europa è che ha dimenticato che, dopo la guerra, i suoi figli hanno bussato alle porte dell’America del Nord e del Sud America». Ed ha aggiunto: «I tassi di natalità in Europa continuano a diminuire; i Paesi che respingono i migranti rischiano di non avere un futuro». Per quanto riguarda la costruzione di muri per impedire la libera circolazione delle persone, Papa Francesco ha affermato: «Coloro che costruiscono muri finiscono per diventare prigionieri dei muri che hanno costruito. Questa – ha aggiunto – è una legge universale, non solo all’interno dell’ordine sociale ma anche nella vita personale. Se costruisci un muro dentro di te, finirai per diventare prigioniero del muro che hai costruito». Circa la disuguaglianza che cresce nel mondo, il Papa ha indicato nel sistema utilitaristico la causa della povertà e delle migrazioni. «L’economia di mercato da sola non è buona – ha detto – ma un’economia sociale di mercato può funzionare». Papa Francesco rappresenta per i cattolici la continuazione di una rivoluzione iniziata più di duemila anni fa, quando un uomo che diceva d’essere il figlio di Dio accettò la morte in croce per dimostrare agli umani la rivoluzione dell’amore. Gesù Cristo testimoniò che la fragilità e la bontà possono vincere sulla prepotenza e sul male. Insegnò al mondo che il bene e la non violenza sono la vocazione e il futuro dell’umanità. Una rivoluzione, quella di Cristo, che è ancora oggi di scottante attualità: l’unica che può vincere il mal di vivere e realizzare la civiltà dell’amore. (Antonio Gaspari, www.frammentidipace.it)
