E nella palestra scolastica in tanti si sono appassionati nel vedere giocare il pongista carrozzato Giammarco Mereu, in piena sintonia con il tecnico regionale paralimpico Ana Brzan come sempre coadiuvata dal tecnico federale Fitet Martina Mura.
Ma come accaduto anche nelle precedenti tappe di TennistavolOltre la prima parte inaugurale è dedicata alle disquisizioni teoriche che destano comunque l’attenzione degli scolari.
Ed è in questo particolare momento che il presidente della Fitet Sardegna Simone Carrucciu snocciola una serie di dati interessanti sulla pratica del tennistavolo, sia olimpico, sia soprattutto paralimpico. Un aspetto a cui tiene tanto, non solo perché fa parte della commissione nazionale paralimpica che si occupa della disciplina, ma perché in Sardegna riveste il ruolo di vice presidente del CIP che per l’occasione era rappresentato anche da Stefano Cau. La municipalità bonarcadese ha accolto con spiccato interesse la manifestazione e si è presentata con ben due esponenti della giunta: il vice sindaco, nonché assessore alla pubblica istruzione Loredana Pippia e l’assessore allo sport Michele Sassu.
A dare il benvenuto ci ha pensato il dirigente scolastico Giuseppe Scarpa con gli insegnanti Alessandro Ledda (referente del progetto) e Mariantonietta Pinna (insegnante di educazione fisica).
“Ringrazio veramente tutti – ha esclamato Simone Carrucciu – perché ho notato che nel Montiferru c’è grande rispetto per le pratiche paritarie che pongono tutti sullo stesso livello. E’ un buon punto di partenza per la costruzione di un mondo con sentimenti più partecipati”. A Bonarcado saranno circa una trentina gli alunni che seguiranno le lezioni.
LE TESTIMONIANZE DEI PRESENTI
Giuseppe Scarpa (Dirigente Istituto Comprensivo Santulussurgiu): “Siamo grati alla FITeT per averci coinvolto nel progetto “TennistavolOltre”. In realtà non ha dovuto faticare molto, dato che il nostro Istituto da anno ormai traccia e percorre sentieri che rendono la scuola più inclusiva. La migliore integrazione degli alunni con difficoltà fisiche, psichiche, sensoriali o intellettive è certamente un punto nodale perché offre la possibilità di sviluppare percorsi educativi ricchi di senso civico e conquistare competenze sociali indispensabili. In particolare la presenza in classe di alunni in carrozzina, per esempio, diventa una ricchezza perché attiva l’atteggiamento empatico che porta a riconoscere la diversità e comprendere le difficoltà, comporta il rispetto e la solidarietà attraverso l’aiuto, sviluppa l’organizzazione delle attività che deve necessariamente prevedere un livello di accessibilità universale, consente una formazione della personalità orientata ai valori piuttosto che alle prestazioni. In poche parole estende la vista consentendo a tutti di vedere barriere, strutturali e sociali, che generalmente sono visibili solo quando si ha difficoltà ad affrontarle.
Lo sport è un grandissimo veicolo per promuovere questa cultura inclusiva, e la Federazione dimostra lungimiranza nel proporre questa attività nelle scuole. La grande tradizione paralimpica della FITeT è stata accolta a Bonarcado con entusiasmo, curiosità e voglia di sperimentare subito. Il Presidente, i Tecnici e i testimonial hanno proposto in modo accattivante le attività e trasferito la loro passione che certamente coinvolgerà alunni e docenti in un progetto di grande importanza.
Importante il coinvolgimento del contesto territoriale. Gli amministratori, che hanno partecipato al primo incontro di presentazione insieme a un buon numero di genitori, hanno dimostrato subito interesse e la sensibilità necessaria per non lasciare che l’esperienza di questo progetto rimanga un momento isolato.
Insomma gli ingredienti ci sono tutti affinché TennistavolOltre riesca a diffondere il virus dello sport inclusivo e contagiare positivamente gli alunni, gli insegnanti e tutta la comunità”.
Loredana Pippia (vice sindaco Bonarcado): “Come amministratore interessato alle politiche sociali e all’istruzione sono orgogliosa che la nostra scuola abbia deciso di portare avanti un progetto in cui, attraverso lo sport, si dà la possibilità ai nostri ragazzi di crescere e confrontarsi con le difficoltà vissute quotidianamente da chi si trova in condizione di disabilità. La disabilità non è e non può essere considerata un limite. Adattarsi e scoprire nuove strade da percorrere per raggiungere un obiettivo, per migliorare le proprie abilità senza pensare alle ‘non abilità’: è questa la chiave giusta per far accrescere lo spirito civico dei nostri ragazzi affinché possano diventare cittadini accoglienti e inclusivi. Un profondo grazie va al dirigente Giuseppe Scarpa e a tutti gli insegnanti che, da sempre, si prodigano affinché la scuola sia un luogo in cui nessuno si senta diverso”.
Michele Sassu (assessore Sport Bonarcado): “Sono molto contento di questa bellissima iniziativa. Oltre alla sensibilizzazione degli scolari su cosa significhi convivere con la disabilità facendo sport, sono molto contento che diversi giovani della nostra comunità si possano avvicinare al tennistavolo, attività poco conosciuta e tanto meno praticata”.
Martina Mura (Tecnico federale FITeT): “Quando mi è stato detto di collaborare con Ana Brzan per il progetto TennistavoloOltre non avevo ben realizzato di cosa si trattasse. Capii essenzialmente che si sarebbe lavorato nelle scuole, su tematiche inerenti la disabilità. Non pensavo che coinvolgesse tante scuole e per di più sparse tra nord e sud Sardegna.
Nonostante le corse su e giù per la regione, penso che il progetto sia molto bello anche se cinque incontri per avvicinare le persone al nostro sport non sono tanti, soprattutto se si tratta di adolescenti che vedono il tennistavolo come un buttarsi subito sul tavolo e giocare a chi vince sfida..
Ai ragazzi cerchiamo di far capire che il tennistavolo è uno sport come tutti gli altri: ci vuole preparazione fisica, tecnica, concentrazione e soprattutto disciplina e rispetto. Stiamo lavorando sulla concentrazione e la motricità con esercizi semplici così che possano pian piano prendere confidenza con racchetta e pallina per poi approdare a quello che è il mondo del tennistavolo vero e proprio”..
In queste settimane abbiamo monitorato le diverse realtà, lavorando specialmente con le classi di Macomer e Assemini. Due realtà completamente diverse anche se entrambe attivissime sul sociale. A Macomer siamo rimaste meravigliate dall’ambiente che si respira nelle aule, i ragazzi con disabilità sono super coccolati da tutti, insegnanti e compagni compresi, sono sempre partecipi e considerati dall’intera classe, sono voluti bene e presi per mano nelle difficoltà”.
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