Gli aiuti economici sono importanti, in certi casi utili ad allontanare lo spettro dell’ignoranza e favorire con strumenti concreti la convivenza civile. Da questo punto di vista la Regione Sardegna si è mostrata particolarmente sensibile nel destinare un importante contributo al Progetto Agitamus 2019 che così, rispetto all’anno prima, ha sortito i suoi effetti in tutta l’isola attraverso l’inclusione di quasi cinquanta istituti comprensivi.
Le tredici scuole coinvolte nel primo semestre (di cui otto del nord Sardegna e 5 del sud) stanno per portare a termine i vari moduli programmati e stilati dal deus ex machina Manolo Cattari che un anno e mezzo fa propose all’allora commissario straordinario del CIP Sardegna Paolo Poddighe un disegno innovativo, maturato dopo assidui colloqui tra collaboratori stretti, tra cui anche la nuotatrice paralimpica Francesca Secci e la psicologa-maestra Caterina Branca. Ne fuoriuscì uno schema gradualmente rivisitato, fino al definitivo assetto, esportabile ovunque.
Anche la Gallura (con Arzachena e Tempio Pausania) partecipa attivamente a questa tipologia educativa che pone in relazione una quinta elementare e una terza media. Gli studenti interagiscono con atleti locali, testimonial di tre tipi di disabilità. Ad Arzachena, per quella fisica è intervenuto il nuotatore della Freedom in Water Nicola Azara (FINP). A raccontare quella intellettivo relazionale ci ha pensato il centometrista e lanciatore del peso Stefano Fele della Hasterix Nuoro (FISDIR) supportato dall’allenatrice M. Antonietta Sanna. Nell’ambito sensoriale ha dato il suo contributo la scatenatissima danzatrice cieca Roberta Pinna (FIDS) accompagnata da Eleonora, sua sorella e Cristina Resta la allenatrice che fa capo alla Danceozieri Academy.
Scritturati dalle loro federazioni d’appartenenza, mettono a disposizione anima, cuore, fisico e mente affinché i discenti possano farsi un’idea personalissima di come la vita può essere comunque affrontata a testa alta nonostante la normalità sia più impegnativa da raggiungere.
E anche nella località turistica smeraldina, presso l’Istituto Comprensivo Arzachena n.1, il livello di empatia tra ospiti ed ospitati ha raggiunto livelli soddisfacenti, grazie anche alle spinte propulsive che sono arrivate da più parti. Innanzi tutto dalla dirigente Fabiola Martini, dalle referenti della quinta elementare di Cannigione Gianna Rombi, Giulia Ferrari e dalle colleghe della media arzachenese di via Nenni Francesca Floris e Laura Taccori. A fare opera di coesione altre due figure determinanti: la psicologa Chiara Maria Azzu e la coordinatrice territoriale di Agitamus Monica Pirina.
Dai paralimpici sono giunte parole di stima infinita: “Mi sono divertito tanto mentre giocavo con i ragazzi ed è stato molto bello anche raccontare la mia vita – ha ammesso Stefano Fele – e ringrazio tutti per l’accoglienza e le tantissime domande; quest’esperienza mi ha permesso di conoscere nuove e belle persone, per questo mi è piaciuta tanto”.
Anche Roberta Pinna dice la sua: “Sono contenta di poter insegnare questa disciplina ai ragazzi delle scuole e li ringrazio per aver partecipato al progetto”.
Oltre al nuoto, Nicola Azara si sta cimentando con il triathlon: “Per il secondo anno consecutivo mi dedico volentieri ad Agitamus. Adoro soprattutto interagire con i bambini delle elementari con i quali ho un feeling più diretto. L’esperienza con le due scuole è stata positiva, sono sicuro che i discenti abbiano appreso quelle che sono le finalità essenziali di questi esperimenti”.
Ciò che di solito incuriosisce maggiormente è il parere della psicologa che ha la ghiotta opportunità di applicare sul campo l’ampio spettro di conoscenze didattiche apprese durante anni di sacrifici. Nel caso specifico Chiara Maria Azzu ebbe l’onore di seguire il progetto pilota di Porto Torres, risalente ormai a due anni fa.
“Agitamus si pone la missione di invitare i suoi destinatari ad aprire il cuore e la mente alla diversità – dice la professionista sassarese – attraverso un lavoro di relazione, faticoso e allo stesso tempo emozionante, che richiede impegno e coraggio, perché invita ad uscire dalla propria zona di comfort e dirige verso un processo di acquisizione di nuove consapevolezze, che non sempre è immediato, ma di certo non impossibile”.
Chiara focalizza le sue attenzioni sulla recente attività in Gallura: “La mia nuova esperienza con i ragazzi di Arzachena testimonia che promuovere l’inclusione è una sfida sempre aperta e mai scontata. Credo che il prezioso messaggio educativo di un progetto come questo, così ricco e complesso, veda inoltre i suoi notevoli effetti soprattutto quando ci si avventura nei contesti più vivaci ed impegnativi. È proprio lì che Agitamus, grazie al suo vettore d’eccellenza che è lo Sport, scaglia la sua miglior freccia e ottiene i suoi più bei frutti”.