“Gli incidenti di fine febbraio avvenuti in occasione della partita di andata di Coppa Italia fra Fiorentina e Atalanta evidentemente non sono bastati. Non sono bastati i poliziotti feriti in quell’occasione perché qualcuno si ponesse il problema che l’incontro fra queste due tifoserie, che un match di questo tipo, forse, rappresenta un problema. Meglio lasciare che altri agenti finissero in ospedale. E così è stato. Ben 15 questa volta. E siamo certi che neppure questi basteranno. Perché interferire nel business non si può, e non importa che a scontare la violenza di certi delinquenti siano solo e unicamente gli appartenenti alle Forze di Polizia. Che non si voglia porre seriamente un freno a questa follia è fin troppo chiaro. Ma allora non chiamiamolo calcio, chiamiamolo gioco al massacro”.
Così Valter Mazzetti, Segretario Generale dell’Fsp Polizia di Stato, dopo gli scontri con gli ultrà della Fiorentina avvenuti ieri sera a Bergamo, prima e dopo la partita di Coppa Italia contro l’Atalanta, che si sono conclusi con 15 agenti rimasti feriti. Anche l’incontro di andata del 27 febbraio scorso fu segnato da scontri, questa volta con i bergamaschi, avvenuti all’uscita dallo stadio e soprattutto più tardi, sull’autostrada dove transitavano pullmann che riportavano i tifosi dell’Atalanta a casa.
“Mentre manifestiamo piena solidarietà ai colleghi feriti, non possiamo che ribadire come oramai le modalità di aggressione da parte delle frange violente delle tifoserie sono cambiate – spiega Mazzetti -, e non avvengono più all’interno degli stadi dove con il passare degli anni si è riusciti a creare condizioni di maggior sicurezza. Avvengono però, ancor più pericolose e sfrontate, fuori dagli impianti, per le strade, nelle piazze, rendendo le modalità di controllo e contenimento assolutamente complicate e al limite dell’impossibile, perché non si può far da balia a scalmanati senza remore seguendoli giorno e notte di qua e di là. Ma il comun denominatore resta sempre e comunque lo stesso, incontri di calcio che rappresentano l’occasione per azioni illegali, molto spesso al limite della guerriglia, che non dovrebbero essere tollerate e che, purtroppo, non comportano mai serie conseguenze per chi delinque. E’ chiaro come il sole che i Daspo non servono assolutamente, bisogna avere il coraggio di porre un freno all’intero sistema, soprattutto quando precisi incontri si presentano già come match ad alto rischio”.