Una proposta motivata che poggia su tre fondamentali obiettivi da raggiungere.
“In primis riteniamo sia necessario colmare il gap derivante dal mancato diritto di tribuna riconosciuto ai candidati presidenti dei gruppi di liste parte di una coalizione o di gruppi di liste non coalizzati che, nella competizione elettorale, superino le soglie di sbarramento imposte dalla legge stessa.
Soglie che come ben sappiamo vengono superate grazie a decine di migliaia di preferenze: una chiara indicazione del volere dei cittadini da tenere ben presente e non certo da ignorare”.
“Ancora, riteniamo sia necessario ottimizzare il meccanismo di attribuzione dei seggi, facilitando il tutto attraverso l’inserimento di una soglia di sbarramento per le liste appartenenti alle coalizioni: in questo modo, favorendo la concentrazione di candidati in liste omogenee, si aiuta l’elettore a orientarsi nell’esprimere il suo voto verso colazioni o liste che garantiscano poi una reale utilità e funzionalità del voto espresso in fase di composizione del Consiglio, agevolandone anche la successiva operatività”.
Conseguenza della precedente riflessione, oggettivamente importante, è anche il terzo obiettivo individuato: “Occorre evitare il proliferare di liste che non abbiano alla loro base un mandato sottoscritto da un numero congruo di cittadini elettori, eliminando così la cosiddetta adesione tecnica di un unico consigliere.
Tutti noi consiglieri, espressione diretta della volontà del popolo sardo, dovremmo avere il coraggio di sottoporci alla prova preventiva della raccolta sottoscrizioni nelle otto circoscrizioni in cui si divide l’Isola. Lo dobbiamo ai nostri elettori, è una nostra responsabilità”.