L’ultima in ordine di tempo è stata una cagna gravida bruciata viva a Capoterra comune della cintura metropolitana di Cagliari.
Lei a differenza di Fuego (ora adottato), cane torturato con il fuoco sempre in Sardegna, non è sopravvissuta. Ma ogni giorno basta aprire i social per leggere che almeno una quindicina di cani vengono sottoposti a sevizie e torturati e che almeno tre di loro ogni giorno perdono la vita.
Spesso per mano che rimane ignota, mentre tra quelli individuati la maggioranza sono giovani e giovanissimi, molti dei quali adolescenti che torturano, bruciano o impiccano un cane al solo scopo di divertimento.
Dai casi riportati sui social da inizio anno allo scorso 31 marzo sono stati complessivamente 1257 i cani torturati, di cui si ha riscontro anche per i ricoveri veterinari, di questi una dozzina quelli bruciati, 8 gli impiccati , complessivamente oltre 200 morti (esclusi gli avvelenati).
Le regioni dove avvengono questi scempi sono principalmente Abruzzo, Sardegna, Puglia, Calabria e Sicilia solo per restare in testa alla classifica.
La prima regione del nord per le sevizie sui cani è la Lombardia, dei cani seviziati 230 sono di proprietà mentre negli altri casi si tratta di cani randagi.
“Siamo di fronte a fatti gravissimi, reati penali che pochissime volte hanno visto finire davanti ai tribunali i responsabili di queste atrocità- ci dice Lorenzo Croce presidente nazionale di AIDAA- ora serve una svolta seria, per fermare e punire questi individui che spesso sono giovanissimi delinquenti e senza alcun scrupolo”.
ASSOCIAZIONE ITALIANA DIFESA ANIMALI
ED AMBIENTE – AIDAA