In tal senso la N.S. organizzazione ha chiesto una convocazione al governo, in sede istituzionale al fine di valutare con gli altri stakeolders gli obbiettivi posti dal Pniec-2025, e la gestione del transitorio da parte delle aziende coinvolte, con particolare rilievo alle conseguenze occupazionali, e alla garanzia della tenuta in sicurezza del sistema energetico.
Il Ministero dello sviluppo economico ha confermato ufficialmente alla Cisal, l’intenzione di convocare una “riunione interministeriale sulla dismissione delle centrali termoelettriche a carbone” nel prossimo mese di giugno.
Ovviamente merita attenzione particolare la nostra isola, che è priva di infrastrutture energetiche, e che il divario con il continente, con i tempi ristretti dettati dal Pniec, appare incolmabile, vista la presenza di due centrali a carbone.(EP-Fiumesanto,Enel Sulcis)
Gli effetti di implementazione della Pniec sul nostro territorio possono essere devastanti, se non adeguatamente monitorati, sia sotto il profilo occupazionale (ricollocazione dei lavoratori diretti e dell’indotto) che garantire in sicurezza l’esercizio della rete elettrica Sarda. Riteniamo sia indispensabile un tavolo territoriale con la regione Sardegna, e gli enti locali interessati per entrare nel merito delle peculiarità relative alla nostra regione, con la regia diretta del Mise.
La Cisal-Federenergia preso atto della comunicazione governativa, ritiene inutile, se non strumentale ad altri obiettivi, attuare qualsiasi iniziativa, anche di protesta, legata alla vicenda.