“Oggi regna l’opacità e diventa una notizia la pubblicazione di un dato massivo di una filiera. Questo significa l’assenza dei dati fondamentali dei diversi settori, cioè la mancanza dei presupposti per poter programmare” è stato detto.
“Nei recenti tavoli sul latte, i dati sulle giacenze del Pecorino romano si sono dimostrati ancora una volta ballerini e cambiavano a seconda delle convenienze del momento perché sono esclusiva di una sola parte della filiera (i trasformatori), con il Consorzio di tutela che ha abdica al suo ruolo – hanno rimarcato dal palco. “Ma la situazione, purtroppo, non cambia per gli altri settori – ha detto il presidente regionale Battista Cualbu -. Infatti chi conosce i dati sulle importazioni dei cereali? piuttosto che dell’ortofrutta o della carne? Come facciamo a costruire futuro senza dati sulle importazioni?”.
La Regione, secondo Coldiretti Sardegna, deve essere in possesso dei dati di tutte le filiere perchè sono garanzia di trasparenza e necessari per una seria programmazione e per poter orientare i settori. E’ necessario conoscere produzioni, vendite, consumi.
“Un passo storico sulla trasparenza – ha detto il direttore Luca Saba – si è compiuto con la caduta del segreto di Stato sui cibi stranieri che arrivano in Italia: sarà finalmente possibile conoscere il nome delle aziende che importano gli alimenti dall’estero grazie al pronunciamento del Consiglio di Stato del 6 marzo 2019 sull’accesso ai dati dei flussi commerciali intracomunitario e provenienti dall’estero detenuti dal Ministero della Salute e fino ad ora preclusi per ragioni pretestuose”.
Ma non basta. “La Regione deve farsi portavoce presso il Parlamento per l’approvazione immediatamente del Disegno di legge Caselli per la tutela della salute pubblica e il contrasto delle frodi in commercio di prodotti alimentari, visto che nell’attuale codice non trovano alcun tipo di risposta deterrente efficace”.