Il comparto – è emerso nel corso dell’incontro – vive una crisi sempre più grave e selettiva, che se non affrontata per tempo rischia di indebolire ulteriormente un settore un tempo ricco. Negli anni ‘90 il 60 per cento dei tappi italiani era di sughero sardo, ora lo è soltanto il 15 per cento. Occorre invertire il trend negativo, sostenendo una serie di azioni prioritarie sulle attività di ricerca forestale e tecnologica dell’Agris e di lavorazione, trasformazione, analisi e miglioramento qualitativo delle produzioni.
Tra i punti emersi durante il vertice vi è anche il problema dell’abbandono gestionale delle sugherete accompagnato da un decadimento della qualità del sughero. Con il supporto di Agris è necessario individuare le aree che presentano le maggiori problematiche sotto questi aspetti allo scopo di ricercarne le cause. A tutto questo si affiancano le criticità legate agli aspetti fitosanitari, per le quali è condivisa la necessità di un progetto multidisciplinare di analisi e approfondimento.
Inoltre, c’è l’ulteriore esigenza di effettuare i controlli sulla materia prima e aumentare il numero di prove sul prodotto finito. L’Agris, come soggetto pubblico, può garantire la terzietà.
Occorre poi intervenire su una corretta collocazione dell’ex Stazione Sperimentale del Sughero. L’Ente proveniva dall’Industria e oggi potrebbe essere più correttamente inserito all’interno dell’Assessorato all’Ambiente, piuttosto che nell’Assessorato all’Agricoltura. Ma in generale è urgente che la politica, in particolare la Regione, prenda atto delle necessità del comparto.
Infine, maggiore attenzione deve essere riservata anche all’attività di normazione e di produzione di documentazione tecnica relativa all’utilizzo delle tappature in sughero. È fondamentale un approccio multidisciplinare che riguardi tutti gli attori coinvolti al fine di non subire le pratiche di dumping di altri settori.
Il documento è stato sottoscritto anche da Federlegno Arredo/Gruppo Sughero Assoimballaggi.