Dal piccolo palco, installato davanti al Palazzo Ducale, il Sindaco di Sassari Nicola Sanna, ha ricordato con un lungo discorso quei giovani ragazzi che, pur appartenendo a diversi orientamenti politici, durante la guerra di liberazione italiana, si diedero il nome di partigiani, e imbracciando le armi, fianco a fianco decisero di lottare assieme, di liberare l’Italia dal giogo della dittatura nazifascista.
Ha tracciato un filo conduttore, il Primo Cittadino, tra quelli che erano i giovani partigiani di ieri e la Resistenza di oggi, quella resistenza fatta di persone che scientemente, consapevolmente decidono di combattere con la forza delle idee e delle parole, contro il razzismo, l’intolleranza, la xenofobia che oggi, si riaffacciano in questa Italia esasperata dalla crisi economica e dall’incertezza del futuro.
Dopo il Sindaco è stata la volta del commissario straordinario della Provincia di Sassari Guido Sechi che ha posto l’accento sulla violenza dei toni, delle parole che oggi la fanno da padrone nel linguaggio politico, sull’assenza di un’intermediazione tra governanti e cittadini.
Nel suo toccante discorso, il Commissario ha voluto ricordare alcuni ragazzi come Antonio Megalizzi, il giovane reporter “innamorato dell’Unione Europea” ferito a morte nell’attentato dell’11 dicembre ai mercatini di Natale di Strasburgo, come Simone, il quindicenne divenuto famoso per essersi esposto ed aver fronteggiato con coraggio e determinazione i militanti di CasaPound nelle proteste di Torre Maura; è stato ricordato anche Rami, il quattordicenne di origine marocchina che assieme al suo compagno Adam, con estrema freddezza e lucidità era riuscito a comunicare alle forze dell’ordine che il pullman sul quale viaggiava coi suoi compagni di classe, il 20 marzo, era stato dirottato, quel Rami che alla proposta di ricevere la cittadinanza italiana per merito, aveva chiesto che la stessa venisse estesa a suo fratello e agli altri suoi compagni nati e cresciuti in Italia.
A conclusione della mattinata, dopo la deposizione delle colonne d’alloro nella lapide commemorativa del cortile di Palazzo Ducale, la banda “Città di Sassari” ha suonato, come di consueto “Bella Ciao” il canto di rivolta, di ribellione e di libertà.
Una Cerimonia commovente insomma, quella svoltasi a Sassari, dove l’accento è stato particolarmente posto sulle nuove generazioni, sulle battaglie ecologiste, sul futuro dell’Italia e dell’Europa, con l’auspicio di un superamento delle divergenze, dell’odio, dell’intolleranza, perché quello che è stato, non si ripeta mai più.