Un’epoca in cui l’Italia era stretta nella morsa del nazi-fascismo e l’Europa intera era un continente blindato, chiuso e litigioso. Dimenticare, ignorare o, ancora peggio, denigrare i valori di questa giornata è impensabile e inaccettabile».
«Questa è una giornata in cui i nostri eroi vanno ricordati e celebrati – ha proseguito Zirulia – eroi come Giuseppe Migheli, unico partigiano portotorrese caduto nella guerra di liberazione, la cui vicenda è riemersa anche grazie al minuzioso lavoro di ricerca svolto dall’appassionato di storia Moreno Nocco. Migheli era un aviere appartenente alla scuola specialisti della regia aeronautica di Orvieto.
Dopo l’armistizio del 1943, si unì ad una brigata partigiana facente parte della divisione Garibaldi Natisone, una brigata ben affollata di partigiani sardi. È morto a 26 anni, il 13 aprile del 1944, a Renziano, vicino a Gorizia, abbandonando per sempre una moglie giovanissima e una numerosa e orgogliosa famiglia.
Oggi è sepolto nel settore Jugoslavia del sacrario militare dei caduti d’oltre mare, a Bari. Il suo sacrificio, il sacrificio di centinaia di migliaia di altri uomini, ha contribuito a costruire l’Italia di oggi. Un’Italia libera, dentro un’Europa libera e senza confini».
«Dobbiamo dire cento mila volte grazie alle famiglie dei partigiani morti e ai partigiani ancora in vita, così come dobbiamo ringraziare e rivolgere un pensiero alle migliaia di soldati che hanno perso la vita per l’Italia. Mi riferisco agli uomini della Corazzata Roma, a cui sono dedicati un monumento e una piazza a Porto Torres.
Il 25 aprile significa oggi democrazia, significa libertà, significa poter viaggiare liberamente, significa poter studiare liberamente, significa poter vivere la vita che più ci piace, sempre nel rispetto degli altri – ha concluso il vice sindaco – per questi e moltissimi altri motivi il 25 aprile va festeggiato, difeso e onorato».
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