Suggellerà il cartellone del Jazz Club Network firmato CeDAC uno degli eventi più attesi della stagione, il duplice appuntamento con il Mark Lettieri Trio capeggiato dal chitarrista degli Snarky Puppy – in occasione della Giornata Internazionale del Jazz2019 sotto l’egida dell’Unesco – martedì 30 aprile alle 21.30 al Jazzino di Cagliari e giovedì 2 maggio alle 22.30 al Poco Locodi Alghero per chiudere in bellezza la rassegna ispirata alla tradizione degli “storici” jazz clubs – nell’ambito del CircuitoMultidisciplinare dello Spettacolo in Sardegna.
Viaggio sul filo delle note tra passaggi virtuosistici e affascinanti melodie originali sulle tracce di albums come “Knows” (2011),“Futurefun” (2013) e “Spark and Echo” (2016 – all’undicesimo posto della Billboard’s Jazz Albums Chart, e al secondo posto nella iTunes’ Jazz Chart) – fino al più recente “Deep: The Baritone Sessions” (uscito nel 2019 e classificatosi al ventunesimo posto nella Billboard’s Jazz Albums Chart) che sintetizzano l’intensa carriera solistica di Mark Lettieri accanto ai folgoranti successi degli Snarky Puppy. Un’antologia di brani strumentali in cui emerge la cifra peculiare del carismatico artista statunitense, la potenza espressiva della chitarra tra energici e virtuosistici assoli e le atmosfere più delicate e intimistiche delle intriganti ballads in cui la matrice dichiaratamente jazzistica si arricchisce di nuove suggestioni e personali variazioni, sostenute da un riuscito interplay
Sotto i riflettori – insieme al musicista e compositore americano Mark Lettieri, che spazia dal jazz e la world music dei pluripremiati Snarky Puppy alle collaborazioni con artisti come David Crosby, 50 Cent, Eminem, Snoop Dogg e Pat Boone – Wes Stephenson al basso e Jason JT Thomas alle percussioni: un affiatato trio per esplorare differenti territori sonori e dar vita a inedite e interessanti alchimie.
Raffinato e eclettico chitarrista e compositore, nonché producer, Mark Lettieri è nato sulla Baia di San Francisco, in California ma vive e lavora a Fort Worth in Texas – dove ha compiuto i suoi studi presso la Texas Christian University (TCU) specializzandosi in comunicazione e pubbliche relazioni, ma seguendo parallelamente la sua passione per la musica, coltivata fin dall’adolescenza. La sua carriera musicale è iniziata nella Dallas/Fort Worth Metroplex area – nel cuore pulsante dell’economia e della cultura texana – dapprima con la frequentazione e le prime esibizioni nel vivace panorama dominato dal gospel e dal rhythm and blues, per approdare poi tra le fila degli Snarky Puppy – la band jazz e fusion di Brooklyn guidata dal bassista, compositore e produttore Micheal League.
Negli Snarky Puppy, Mark Lettieri ha modo di esprimere il suo talento di chitarrista, ma anche arrangiatore e compositore mentre la band continua la sua formidabile ascesa verso il successo internazionale, giungendo ai vertici delle classifiche e conquistando ben tre Grammy Awards – oltre al premio per la miglior performance con “Something” feat. Lalah Hathaway in 2014, ha vinto infatti per due volte il riconoscimento per il Best Contemporary Instrumental Album (con “Sylva” nel 2016, e di nuovo nel 2017 con “Culcha Vulcha”) – oltre alle tournées in tutto il mondo – fino a toccare tutti i continenti (“eccetto l’Antartide”).
Intanto Mark Lettieri prosegue la sua carriera musicale – incidendo quattro album a suo nome tra cui l’insolito – e fortunato“Spark and Echo” – in cui affronta in chiave musicale il tema della “distruzione” prendendo spunto da un passo biblico, dalla Lettera di Giacomo (4:12): “C’è solo un legislatore e un giudice, colui che è in grado di salvare e distruggere. Ma tu – chi sei tu per giudicare il tuo prossimo?”.
Un interrogativo cruciale – e stimolante – come annota il musicista e compositore: «Mi sono imbattuto in questo versetto mentre studiavo il tema biblico della distruzione. Avevo pensato di comporre un pezzo sulla distruzione letterale di qualcosa di fisico. Volevo che la canzone fosse oscura e forse anche violenta (il che mi ha portato prima ad Apocalisse, ovviamente). Ma quando ho trovato questo versetto, ho finito per scrivere una canzone sulla distruzione di qualcosa di emotivo; in definitiva una canzone sull’amore. Quello che ho preso da questo versetto è questo: senza Dio, siamo costantemente tentati di giudicare e castigare gli altri, come abbiamo sempre vissuto una vita senza di noi stessi. Questa canzone parla dell’idea che (…) dobbiamo distruggere quel desiderio di giudicare e sostituirlo con la rappresentazione dell’amore. Le chitarre, i tamburi e gli archi a ritmo pesante stratificati rappresentano la rottura, l’allontanamento da di questo atteggiamento di giudizio, con la melodia luminosa che rappresenta una visione ricostruita costruita sull’amore e sul rispetto».