I corpi morti rimossi sono stati trasferiti in un’area individuata dai biologi dell’AMP per garantire il ripopolamento della fauna ittica
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Nella stessa mattinata, è pervenuta una segnalazione per presunta pesca abusiva di ricci di mare alla Sala Operativa e il Direttore marittimo, Capitano di Vascello Maurizio TROGU, ha disposto l’uscita via terra di una pattuglia specializzata.
Il personale, appena giunto in zona, ha sequestrato le ceste di ricci già pescati, i due pescatori professionali disponevano di tutte le autorizzazioni previste, ma un ingente quantitavo risultava largamente sottomisura.
A seguito dell’accertamento, si è proceduto pertanto a sequestrare circa 100 esemplari di riccio di mare (Paracentrotus lividus) per violazione della relativa disciplina di cui al Decreto Regionale, al Regolamento dell’A.M.P., nonché al D.Lgs n°04/2012 in materia di pesca, perciò, è stato elevato relativo verbale amministrativo con una sanzione di 1000 euro.
Successivamente, è stata effettuata la certificazione della specie ittica e la verifica di vitalità del pescato che è stato restituito al proprio habitat mediante la reimmissione in mare nella zona in cui era stato raccolto, Punta delle Saline.
Tale controllo ha permesso di scongiurare un danno ambientale in quanto le colonie di echinodermi sono in grave pericolo in tutti gli areali del Mar di Sardegna. Ciò non può essere trascurato, a salvaguardia dell’ambiente, della sostenibilità futura della filiera e degli habitat naturali.
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“L’attenzione del Corpo in materia di protezione ambientale è sempre alta”, afferma il Direttore Marittimo di Olbia, Capitano di Vascello Maurizio TROGU “soprattutto in funzione della vigilanza specialistica nelle aree marine protette, patrimonio inestimabile della nostra Regione e motivo di vanto naturalistico, e quindi, dobbiamo assicurare le migliori condizioni per la fruizione dell’habitat naturale nel rispetto delle biodiversità”.
Questa iniziativa consolida il rapporto di collaborazione tra la Capitaneria di Porto di Olbia e l’Area Marina Protetta di Tavolara Capo Coda Cavallo, indirizzando le attività verso processi che coinvolgono la comunità locale alla conservazione ambientale, in particolare rappresenta un importante momento formativo per indirizzare verso pratiche di sostenibilità e rispetto delle normative generali in materia e di quelle specifiche vigenti nell’Area Protetta.