“Poetas ‘e Luxi”, con diversi appuntamenti a teatro e all’aperto nei fortini di guerra, ha raccontato tre straordinari poeti di luce: Grazia Deledda, Antonio Gramsci e[foto id=”279383″] Sergio Atzeni, poeti sardi che hanno portato lustro all’isola. In un intenso percorso artistico multimediale, il progetto ha saputo unire la tradizione del teatro e della scena con le innovazioni per dare vita a spettacoli sperimentali realizzati con moderni strumenti come videomapping, la penna grafica e videoinstallazione.
Un progetto che parla di Sardegna ma ha un respiro nazionale e internazionale grazie alla collaborazione con il gruppo di produzione cinematografica polacca “Camera Nera” e alcuni grandi nomi come Michele Pusceddu (curatore di video mapping), Anna Resmini e Carol Rollo, illustratori del “Corriere della sera”, esperti di penna grafica. Il progetto POETAS ‘E LUXI– POETS OF LIGHTS – POETI DI LUCE” è stato realizzato con il Bando SCRABBLE_LAB-32 della Regione Autonoma della Sardegna “Residenze artistiche creative in Sardegna” POR-FESR 2014-2020”. La replica finale delle tre produzioni di Poetas ‘e Luxi il 13 e 14 aprile sarà a Wroclav in Polonia, città capitale della cultura 2016, dove sarà presentato al pubblico il lavoro sinergico di tre compagnie unite dall’amore per l’isola, per la cultura, per il teatro e per i personaggi di luce ai quali hanno saputo rendere omaggio in maniera magistrale Il programma – Wroclav 13- 14 aprile 13 aprile
IL QUINTO CANTO È L’ADDIO
Una produzione Anfiteatro Sud. Scrittura di scena, ideazione quadri performativi e coreografici, regia Susanna Mameli, Scenografia e costumi Susanna Mameli, Supervisione e contributo coreografie Theo Piu, con i performer Alessia Loddo e Stefano Camba, progetto video mapping Michele Pusceddu, penna grafica Carol Rollo, Tecnico Andrea Piras. Perché ho voglia di camminare in equilibrio su una corda quando sotto c’è il vuoto? Perché amo accasciarmi sul crinale di un monte e lasciar penzolare i piedi in giù al vento?
Perché non fuggo da te, quando so che sfiorandoci cadremo insieme? Perché tutto questo ha a che fare con l’Amore? Liberamente ispirato al canto quinto della Divina Commedia di Dante Alighieri e Al quinto passo e l’addio, di Sergio Azeni, lo spettacolo è una scrittura di scena frutto di una ricerca sulla luce che si esprime attraverso gli straordinari effetti del videomapping e della penna grafica applicati alla scena teatrale realizzati nel progetto Poetas e Luxi. I passi del poeta Atzeni si succedono come i gironi infernali di una danza che somiglia al viaggio tenuto da Dante nell’inferno, ma l’inferno di Atzeni pare senza porte e finestre, senza scampo, infatti che cos’è l’inferno se non … Quando nulla può cambiare?
GRAMSCI? NON MI INTERESSA
È invece la domanda racchiusa nel titolo della produzione del Teatro Tragodia di Mogoro, opera istintiva di Virginia Garau e Caterina Peddis. Regia Virginia Garau, Musiche Originali Paolo Congia, Scenografia Teatro Tragodia, Video Mapping Michele Pusceddu, Penna Grafica Carol Rollo, Tecnico Ulisse Sebis.In scena: Gino Betteghella, Caterina Peddis, Carmen Porcu, Daniela Melis.
Uno spettacolo dai tratti originari che nasce dal senso di responsabilità di dover descrivere Gramsci a Teatro. La creatività e l’ispirazione spinge l’autrice ad un paragone con un altro personaggio ancora misterioso. Ma è proprio da questo azzardo che prende forma lo spettacolo, con una prima parte ironica e una seconda parte in cui Gramsci prende il sopravento e si mostra nella sua grandezza.
FIGLIA DEL VENTO
Produzione Bocheteatro. Testo di Giovanni Gusai, Adattamento drammaturgico e Regia di Monica Corimbi con Monica Corimbi e Stefania Coro. Progetto video mapping – Michele Pusceddu, Video e luci – Pierluigi Manca e Gianluca Usala, Penna grafica – Carol Rollo, Costumi – Desacré.
Figlia del vento è l’evocazione di un presagio. La narrazione non della vita, né delle opere, né del lascito di Grazia Deledda. È la messa in scena di una volontà estrema e inattaccabile: cambiare la percezione che il mondo aveva della Sardegna, cambiando la percezione che le donne avevano di se stesse. Quindi un dialogo fra donne (potrebbero parlarne forse gli uomini?): surreale e fantastico, in qualche modo soprannaturale, per evocare la ferma volontà femminile di rendere unica una figlia, una barbaricina, una donna – altrimenti condannata a essere una qualunque. Figlia del vento è la Deledda prima di se stessa, il tentativo di condensare una vita e una carriera magnifiche nell’afflato di speranza di una madre. Uno degli infiniti modi con cui ricordare a noi stessi che Grazia Deledda altro non poteva essere, se non l’incarnazione di una volontà radicale.
15 aprile Videoinstallazioni del progetto artistico creato da Susanna Mameli “Poetas’e Luxi”, sviluppato e guidato direttamente dal gruppo polacco del cinema ‘Camera Nera’
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