I reati verso le abitazioni e le attività produttive della Sardegna sono in calo anche se la percezione di insicurezza che hanno le famiglie e le imprese è in aumento.
Nell’Isola, infatti, le denunce di furti negli appartamenti sono calate dello 0,25% mentre nelle aziende il decremento è stato del 12%.
A dirlo sono i dati riferiti al 2017, forniti al Sole 24 Ore, dal dipartimento di Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno, che fotografano unicamente i delitti “emersi” in seguito alle segnalazioni delle Forze di Polizia (Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza, Corpo Forestale dello Stato, Polizia Penitenziaria, DIA, Polizia Municipale, Polizia Provinciale, Guardia Costiera).
L’analisi sulle abitazioni registra un calo a Sassari (-18,43%) e Nuoro (-5,80%) e un aumento a Oristano (+5,33%) e Cagliari (+18.20%). Tutte in calo, invece, le segnalazioni alla Pubblica Sicurezza per rapine contro le attività imprenditoriali: si parte con il -14,36% di Cagliari, il -23,53 a Nuoro e si continua con il -10,21% a Sassari. I dati su Oristano segnano uno 0% (tasso invariato).
“I dati della nostra regione da una parte sono confortanti perché vedono i nostri territori negli ultimi posti delle classifiche nazionali – commenta Stefano Mameli, Segretario Regionale di Confartigianato Imprese Sardegna – dall’altra parte sappiamo bene, purtroppo, come da questi calcoli restano fuori i fenomeni di microcriminalità, anch’essi diffusi sul territorio ma che per diversi motivi sfuggono al controllo delle autorità e la cui denuncia da parte delle vittime a volte non è affatto scontata”. “Però dobbiamo dire che probabilmente le basse percentuali sono dovute anche alla crescita di “sistemi d’allarme” ad altissima efficienza e precisione – sottolinea Mameli – ovviamente parliamo di prodotti che devono essere certificati dagli enti accreditati e installati da artigiani anch’essi certificati”.
Secondo la rielaborazione dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna, sempre su fonte Ministero dell’Interno e Il Sole24Ore, le denunce in tutta l’Isola per atti contro le abitazioni e le attività produttive nel 2017 sono state in totale 4.068, per una media di 11,1 al giorno. A livello nazionale sono circa 277 e in Veneto, per esempio, le denunce quotidiane sono ben 53.
Le attività imprenditoriali sarde hanno denunciato 1.371 atti (3,7 al giorno, come detto, in calo rispetto al 2017 del 12%). Nella classifica nazionale (su 106 province) quelle sarde occupano tutte posizioni di retrovia (minori reati denunciati): Sassari è al 57esimo posto, Cagliari al 77esimo, Oristano 101esimo e, Nuoro, al 104esimo. Per quanto riguarda le denunce per atti contro le abitazioni isolane, queste sono state 2.697 (7,3 al giorno) in calo dello 0,25%. A livello nazionale, Sassari è all’84esimo posto, Cagliari al 94esimo, Nuoro 101esimo e Oristano al 106esimo.
Nonostante questo, vi è un senso generalizzato di insicurezza: secondo il Censis, il 31,9 per cento delle famiglie italiane percepisce il rischio della criminalità nella zona in cui vive.
Nel suo ultimo Rapporto, l’Istituto di Statistica, rileva che oltre 19 milioni di italiani (vale a dire più di tre famiglie su dieci) percepiscono il rischio della criminalità nel territorio in cui vivono. E che la criminalità è ritenuta il quarto più grave problema nazionale, dopo la mancanza di lavoro, l’evasione fiscale e l’eccessivo prelievo fiscale.
“Forse è per questo che le famiglie maggiormente avvedute, disponibilità economica permettendo, stiano decidendo in misura sempre crescente di correre ai ripari – continua Mameli – installando porte blindate con serrature sempre più sofisticate, sistemi d’allarme, inferriate a porte e/o finestre, vetri e infissi anti-intrusione, telecamere”.
Il merito del calo dei furti nelle abitazioni, probabilmente, è legato anche alla massiccia prevenzione messa in campo nelle case italiane. Il Censis conferma come il 66,3% delle famiglie abbia installato la porta blindata, il 42% un sistema d’allarme, il 33,5% inferriate a porte e/o finestre, il 31% infissi e vetri anti-intrusione, il 30,7% telecamere. Con numerosi nuclei, ovviamente, che hanno installato più dispositivi.
Su quasi 30 milioni di immobili dotati di utenze domestiche (acqua, elettricità, gas) sono installate quasi 19 milioni e 900mila porte blindate. I sistemi d’allarme ammontano a 12,6 milioni. Oltre 10 milioni di abitazioni dispongono di inferriate a porte e/o finestre. Infissi e vetri anti-intrusione sono montati in 9,3 milioni di abitazioni. E in oltre 9,2 milioni di case ci sono telecamere per scoprire che cosa succede nei dintorni e/o all’interno dell’immobile.
Tante abitazioni ancora indifese
“Eppure ci sono ancora tantissime abitazioni indifese e ancora troppe persone che sembrano attendere il primo furto – conclude il Segretario – o, se va bene, il primo tentativo di furto per correre ai ripari. Un comportamento molto rischioso, soprattutto durante l’esodo estivo e dello svuotamento dei centri abitati a favore delle località di vacanza. Una transumanza che tradizionalmente favorisce i “topi d’appartamento””.
Quanto costa rendere sicura un’abitazione?
Come sottolineano gli esperti di Confartigianato in domotica e sistemi di allarme e antintrusione, mettere in sicurezza un’abitazione non è una passeggiata anche se richiede meno di quanto si possa credere. E c’è una soluzione per tutte (o quasi) le tasche. Complessivamente può richiedere da 4mila a 16mila euro.
A seconda delle dimensioni e delle apparecchiature scelte. In dettaglio. Per una porta blindata si spende da 1500 a 5mila euro. I sistemi di allarme vanno da 150/300 euro (modelli economici) passando per 300/500 euro (tipologia media) a 500/mille euro per i prodotti semi-professionali. Va fatta poi una distinzione fra “sistema d’allarme” e componenti di un impianto d’allarme. Se è vero che si possono assemblare alcuni componenti per avere un minimo di protezione (e qui i 200-300 euro possono bastare), è difficile che un sistema possa anche se economico scendere sotto i 6/700 euro e non di rado un appartamento con 6/7 infissi fa lievitare il prezzo sopra i 1200-1500. Non va dimenticato che vi è la possibilità di usufruire della detrazione fiscale del 50% del costo.
La stessa cosa si può dire per l’impianto di videosorveglianza, che non è una telecamera in opera, ma un insieme di telecamere gestite da un registratore. Qui la privacy riveste un ruolo molto importante proprio perché si vanno a memorizzare una serie di flussi video. Sia l’impianto d’allarme che l’impianto di videosorveglianza devono rispondere a norme CEI (comitato elettrico italiano) e quindi va caldamente consigliata l’installazione da parte di un tecnico professionista.
Per le telecamere interne bastano cento euro, per le esterne tra i 120 e i 150 euro. Diverse le tipologie di inferriate alle finestre. I costi minimi sono di 120 euro al metro quadrato (mq) per l’inferriata estensibile in alluminio, di 200 euro al mq per l’inferriata fissa in ferro, di 400 euro al mq per l’inferriata a battente, di 600 euro al mq per l’inferriata a scomparsa. Le finestre anti-sfondamento hanno un prezzo di 200/250 euro al metro quadro.
Ecco poi alcuni utili suggerimenti sempre dagli Esperti e Specializzati Installatori di Confartigianato Sardegna.
Secondo il tecnico domotico Marco Fontanarosa “esistono sul mercato strumenti domotici molto avanzati e alla portata di tutte le tasche, che aiutano nella gestione della casa, nel residenziale, e nella sicurezza delle imprese. Sono necessari, però, installatori certificati, abilitati e preparati che rispettino norme sulla privacy, l’onesta e la professionalità perché elle fasi di lavorazione vengono utilizzati dati estremamente sensibili inerenti alla sicurezza del cliente”.
Negli ultimi tempi la domanda di sistemi di gestione degli edifici è in continua crescita sia per la sicurezza, sia per il comfort.
“Che si tratti di un’abitazione unifamiliare o di un complesso uffici – continua Fontanarosa – la richiesta di comfort e versatilità nella gestione dei sistemi di aria condizionata, illuminazione e controllo accessi è in crescita. Allo stesso tempo, l’impiego efficiente dell’energia sta diventando sempre più importante. Maggiori economicità e sicurezza, combinate con un minore consumo di energia possono essere ottenuti solo da un controllo e monitoraggio intelligente di tutti i prodotti utilizzati. Questo comporta però più cablaggi che collegano i sensori e gli attuatori ai centri di controllo e monitoraggio. Una tale quantità di cavi significa un maggiore sforzo in fase progettuale ed installativa, un accresciuto rischio di incendio e costi che aumentano rapidamente”.
Con la domotica, tutto, o quasi, può essere controllato: illuminazione, veneziane e tapparelle, sistemi di sicurezza, gestione energia, sistemi di monitoraggio, il controllo Remoto, contabilizzazione luce gas acqua, controllo audio/video e gli elettrodomestici
“Il controllo della casa e dell’edificio significa vantaggi per ogni tipo di immobile – conclude il tecnico domotico – dal grande complesso uffici ad una semplice abitazione. Qualunque sia il tipo d’edificio, questo tipo di installazioni aprono a opportunità completamente nuove per i sistemi di controllo degli edifici, mantenendo i costi a un livello accettabile. Inoltre offrono soluzioni che con la tecnica di installazione tradizionale possono essere realizzate solo con un considerevole sforzo. Per mezzo di un unico touch-panel, è possibile controllare tutte le applicazioni nelle case e negli edifici. Riscaldamento, ventilazione, controllo degli accessi, controllo remoto di tutti gli elettrodomestici. Tutto ciò significa avere a disposizione tanti modi, completamente nuovi, di accrescere comfort, sicurezza e risparmio energetico nelle case e negli edifici”.
Furti in abitazione
Posizione Nazionale | Numero reati | Ogni 100mila abitanti | Variazione 2017 su 2016 | |
Cagliari | 94 | 1.247 | 15,21 | +18,20% |
Nuoro | 101 | 276 | 131,10 | -5,80% |
Oristano | 106 | 178 | 111,80 | +5,33% |
Sassari | 84 | 996 | 202,18 | -18,43% |
Furti in attività produttive