La segnalazione è stata effettuata da un gruppo di subacquei del diving “Subacqua” che, durante un trasferimento in gommone, riferiva di aver avvistato un natante da diporto incagliato tra gli scogli, in prossimità della località “Capo Boi”.
La descrizione fornita identificava un’unità in buono stato di conservazione e con attrezzature da pesca al suo interno.
Da tali caratteristiche si è subito dedotta la possibilità che potesse trattarsi di una potenziale situazione di “uomo a mare”. Immediatamente è stata attivava la macchina dei soccorsi con invio in zona di mezzi navali della Guardia Costiera, la motovedetta CP 2100 eil battello A-67, e contestualmente si sono attivate anche le indagini per risalire al proprietario del mezzo con il coinvolgimento delle marinerie locali.
Fortunatamente il naufrago è stato trovato aggrappato ad uno scoglio, ormai allo stremo delle forze.
Una volta tratto in salvo, l’uomo, un trentanovenne del luogo, ha dichiarato di essere caduto accidentalmente in acqua durante una battuta pesca (circa un chilometro dalla costa) e di non essere più riuscito a risalire a bordo. Lo stesso, dopo circa un’ora e mezzo di nuoto, è riuscito a raggiungere lo sperone di roccia sul quale poi è stato avvistato.
L’unità navale della Guardia Costiera ha trasportato immediatamente il malcapitato a terra per affidarlo ai sanitari del 118, per prestare le prime cure per le escoriazioni riportate a seguito degli urti con gli scogli e per prevenire i possibili sintomi dell’ipotermia.
Il fatto appena descritto, nel quale una banale caduta in mare si poteva trasformare in tragedia, consente di ricordare almeno due semplici regole che possono salvare la vita, evitare di uscire in mare da soli, ma farlo sempre in compagnia almeno di un’altra persona, e indossare sempre una cintura di salvataggio.