Lo è perché dai rumor provenienti dagli ambienti politici, sembrerebbe che lo stallo relativo alla composizione della Giunta regionale, derivi dalle pretese dei “Riformatori”.
La cosa è piuttosto sorprendente, soprattutto se consideriamo che i massimi esponenti di questa formazione politica si sono dichiarato, da sempre di non essere alla “caccia di poltrone”.
Se veramente fossero le pretese dei “Riformatori Sardi” a ritardare la formazione della giunta regionale, ci sarebbe non tanto da sbalordirsi, bensì da biasimare un atteggiamento che da 70 giorni sta creando e provocando forti danni all’economia della Sardegna.
Questo denota, in modo particolare, che le forze politiche in campagna elettorale predicano in una maniera e poi, ad elezioni concluse, rinnegano tutti i proclami formulati a più livelli e in diverse circostanze. Tutto ciò conferma che la “caccia al voto” mira semplicemente a collezionare poltrone e posti di sottogoverno regionale, piuttosto che concentrarsi nella soluzione dei problemi che maggiormente, da lunga data, stanno mettendo in ginocchio l’isola.
C’è da prendere atto, in primo luogo, che tutti i settori stanno attraversando uno stato di crisi preoccupante, ma appare chiaro che le forze politiche del centrodestra abbiano perso la cognizione del tempo e non si siano rese conto che di questo passo non si può andare avanti. Dove sono finite, dunque, le promesse di formare la giunta regionale in tempi ragionevoli e mettersi subito al lavoro per affrontare i mali endemici dell’isola?
Ragionevolmente parlando, c’è da prendere atto che di tempo, ormai, se n’è perso abbastanza. Spetta al Governatore Solinas, dunque, sbrogliare una matassa sempre più aggrovigliata. E se il groviglio fosse dipeso da incomprensioni e conflitti sulle cose da fare tanto quanto, ma è assurdo che l’immobilismo derivi da una questione di persone.
Governatore, si decida, dunque, a prendere in mano la situazione e nominare d’imperio gli assessori mancanti, per la composizione della giunta e fare emerge in superficie le contraddizioni di coloro che in campagna elettorale “predicano bene” ma poi, una volta eletti,”razzolano male”.